A poco più di due ore dall'inizio della presentazione del mio libro nella libreria Cyrano di Alghero, cerco di non pensare troppo a come andrà l'incontro con il pubblico e il confronto con Lalla Careddu e Giuseppe Mussi. L'ultima presentazione l'ho fatta a Pozzomaggiore nel mese di novembre e quasi mi sembra strano presentarlo nella città dove vivo da 13 anni dopo così tanti mesi dalla sua uscita nelle librerie. Per logica, Alghero, sarebbe dovuta essere la scelta ottimale per inaugurare il mini-tour nelle librerie sarde e invece, per diverse situazioni e convergenze sfavorevoli, tutto questo non è stato possibile. Molto è dipeso dal mio lavoro: nei lunghi mesi estivi gestire il tempo diventa un'impresa davvero complicata e tutte le cose che ami fare si trasformano in mete impossibili da raggiungere. Lo so. Ci ho fatto il callo e non mi lamento. Prendo semplicemente atto che non si campa d'aria e, ahimè, neanche di parole e storie. La scrittura è una perversione, una mania, un hobby, un tic nervoso... chiamatelo come volete... ma a parte qualche piccola soddisfazione personale e molti rodimenti di fegato, concede ben poco al tuo anemico conto in banca.
In questi giorni ho riletto il libro per tornare dentro quelle atmosfere e mettere a fuoco le sensazioni che lo hanno fatto nascere. E quando capita trovo sempre un libro leggermente diverso dalla volta precedente, come se il testo si fosse modificato misteriosamente e avesse deciso da solo di mettere in risalto certe parti rispetto a delle altre. La comprensione delle cose avviene grazie alla sedimentazioni di tante osservazioni che ti arrivano dall'esterno. Anche per questo le presentazioni sono importanti, perché ti aiutano a definire meglio il senso di quello che hai creato nel silenzio della tua testa.
Ogni volta temo che la sala resti vuota e non ci sia nessuno a parte me, i librai e chi mi presenta. Ogni volta ho la paura folle di dire cose ovvie o di ripetere concetti già espressi in altre occasioni.Ogni volta ho paura di non riuscire a guardare in faccia il pubblico o di sentirmi a disagio sulla sedia, dentro i miei pantaloni, nella stanza dove mi mettono... ecco perché, spesso, entro in un bar e mi faccio un Montenegro... mi facilita la parlantina e penso meno a quello che succederà. Per calmarmi ho messo su Purple Rain di Prince e ho iniziato a ballare e a cantare in cucina. I miei canarini mi guardavano, sconcertati dalle mie piroette, e Camillo, alla fine, si è unito ai coretti.Mi sono vestito con la felpa nuova comprata per l'occasione, ho cercato di abbinare pantaloni e camicia e sono uscito di casa con la sensazione netta di aver dimenticato qualcosa.
Arrivato in libreria alle 18:35... mi sono spaventato. C'era pochissima gente. Ho salutato e ho cercato di prendere contatto con la realtà. Lalla Careddu si è seduta e abbiamo iniziato a parlare e ad allentare la tensione (la mia) parlando di Patty Pravo e bellezza. Piano piano la sala si è animata e le sedie, all'improvviso, non erano più vuote. Wow... che figata!
Lalla comincia a parlare e io mi incanto... dice delle cose bellissime, delle cose che per quanto sono belle, precise, puntuali... mi illuminano i pensieri e mi fanno dire: "Azz... figo!"La presentazione è stata, alla fine, una piacevole chiacchierata per raccontare non solo il libro, ma anche me, l'autore, e io, nel mio piccolo, ho cercato di rispondere in modo sincero e diretto alle domande che mi venivano rivolte con arguzia e intelligenza. Ho parlato della mia adolescenza, di mia madre e della mia famiglia stramba. Il pubblico ascoltava e in alcune occasioni ha persino interagito rendendo più viva e allegra la presentazione. Ho conosciuto dei lettori nuovi, ho scritto delle dediche e ho visto negli occhi di una ragazza dei lucciconi che non mi aspettavo."Cosa succede?", ho chiesto."Nulla... mi sono emozionata!", mi ha risposto."MI dispiace... non volevo...""No, va tutto bene. Stasera non inizio il libro perché sono troppo sconvolta... lo inizierò domani."Ho sorriso, ho scritto la dedica e l'ho ringraziata per la presenza e la gentilezza.
Forse non ho detto solo stronzate... mi sono risposto mentre la guardavo andare via... forse qualcosa è arrivato. Poi un altro lettore mi ha chiesto la dedica e la serata è andata avanti.
Io non lo so quanto durerà. Forse questo sarà il primo e ultimo libro della mia vita... però, queste piccole emozioni, resteranno impresse nella mia memoria... e anche nel mio cuore, più malleabile di quanto non vada raccontando in giro.
Grazie alla libreria Cyrano.Grazie alla stupenda Lalla Careddu.Grazie a Giuseppe Mussi (la maledizione del giorno 17 ha colpito ancora!).Grazie a Giovanni Gelsomino, Simone, Gianmichele e Antonello (uno stalker davvero piacevole!).Grazie a tutte le persone che sono venute alla presentazione e hanno reso il tutto più bello di quanto sia riuscito a immaginare mentre ballavo Prince in mutande.
Grazieeeeeeeeeeeee...