Finalmente qualcosa di concreto per la crescita del Paese. Certo non molto viste le ristrettezze finanziarie, ma comunque un segnale, qualcosa che non consiste solo di parole, ideologismi o borgorigmi mediatici: il governo ha stanziato 30 milioni di credito a tasso di favore per le piccole e medie imprese e municipalizzate locali.
Oddio non proprio direttamente alle imprese, ma a 9 banche che a loro volta li presteranno alle aziende, magari con un tasso un po’ più elevato in ragione dei loro servigi: del resto essendo anche poco attrezzate devono partecipare a dei corsi sull’intermediazione appositamente creati per l’occasione Oddio non proprio alle banche e alle aziende italiane, ma a quelle serbe. E precisamente a quelle imprese e municipalizzate che in qualche modo faranno parte dell”indotto della fabbrica Fiat di Kragujevac. Perché Marchionne lo dobbiamo finanziare e aiutare anche quando delocalizza. E quindi quando si dice che il 70% del prestito dovrà essere impiegato per l’acquisto di beni e servizi di origine italiana, sappiamo da dove verranno. Ad eccezione dei maglioncini, naturalmente.
Tutto questo fa parte di un piano alternativo al Cresci Italia che, avendo già determinato una previsione di crollo del Pil, suona come sospetto modernariato. Si tratta del Cresci Serbia che sembra invece funzionare meglio. Anzi pare si sia aperta on line una petizione perché Mario Monti diventi il prossimo primo ministro del Paese, anche senza elezioni. Марио Монти премијер, si chiama l’iniziativa. E credo che anche lui ne sia contento. Dopotutto chi lo accusa di essersi appiattito come un novizio di fronte alle richieste assurde degli euroburocrati, non potrà non riconoscere che non c’è nulla di male ad essere il serbo della Merkel.