E Pirelli produsse le gomme da treno (di Michele Serra)

Creato il 30 marzo 2015 da Tafanus

Malgrado la vendita del gruppo ai cinesi, è stata bocciata la proposta di mettere sul mercato pneumatici con il battistrada a ideogrammi (di Michele Serra)


«L'ingresso dei cinesi in Pirelli non avrà alcuna ricaduta sull'italianità del marchio», si legge in un rassicurante comunicato stampa firmato Malco Tlonchetti Plovela. Ma la Milano che conta è comunque scossa: con la cessione dell'Inter all'indonesiano Tohir, dei grattacieli di porta Volta ai sauditi e delle Olgettine a Putin, quasi tutti i simboli dell'economia milanese sono passati in mano straniera.
La STORIA - La gloriosa casa di pneumatici è da più di un secolo uno dei baluardi dell'industria lombarda. Fu il fondatore Giovan Battista Pirelli, figlio di un umile panettiere di Varenna, a rendere davvero milanese la mescola della gomma introducendo anche le uvette e i canditi. Resosi conto che un uso commestibile del composto era impossibile, Pirelli capì, con straordinaria preveggenza, che prima o poi si sarebbe trovata una destinazione utile per quelle grosse ciambelle nere. Non sapeva che proprio in quegli anni il torinese Giovanni Agnelli, su diretto incarico del re, stava avviando la produzione in serie di grosse scatole di metallo con due posti davanti e due dietro. L'incontro tra i due tycoon fu decisivo: Pirelli spiegò ad Agnelli che applicando le ruote alle Fiat, era possibile farle muovere! Nasceva la motorizzazione di massa.
L'EVOLUZIONE - Impossibile riassumere in poche righe la straordinaria evoluzione tecnologica della Pirelli. Dalla gomma per cancellare dotata di battistrada, in grado di cancellare molto più velocemente, alle gomme da camion con calendario porno in omaggio; dallo pneumatico a lento rilascio termico, in grado di rischiarare la postazione di una o più prostitute anche per una settimana, alla gomma da masticare da neve, masticabile anche con temperature inferiori allo zero; dalle gomme autoreggenti, che esercitano un grande fascino sulla clientela maschile, agli pneumatici ricostruiti, sempre più di moda, per fare pendant, tra le signore che si sono fatte il lifting.
L'INSUCCESSO - L'unica vera battuta d'arresto di un'epopea industriale straordinaria fu quando, per il banale errore di trascrizione di una segretaria, l'ordine di produrre «un milione di treni di gomme» diventò «un milione di gomme da treno». Nonostante gli sforzi della famiglia Pirelli per convincere le Ferrovie dello Stato a sostituire i binari con nastri d'asfalto, le gomme rimasero invendute.
IL FUTURO - Esclusa, per adesso, l'adozione del battistrada a ideogrammi, che metterebbe in difficoltà i gommisti. Quasi certa, invece, la messa in produzione di gomme usa e getta, a bassissimo costo, orribili da vedere, pericolosissime su ogni tipo di strada, da vendere nei negozi cinesi di tutto il mondo. Con forte pubblicità indiretta sui telegiornali quando i Nas e la Guardia di Finanza fanno irruzione. Grande insistenza cinese per l'ingresso di Pirelli nel fiorente mercato delle unghie finte, che già ora impiega, solo in Italia, cento milioni di cinesi. Allo studio anche il progetto della linea di abbigliamento "Explosive", realizzata con indumenti gonfiabili ricavati da camere d'aria. È stata affidata a Lapo Pirelli. L'impatto con i nuovi soci cinesi è stato molto cordiale, e il management italiano conta, al massimo entro un paio d'anni, di riuscire a riconoscerli uno per uno.
I GRATTACIELI - Ben più incerto il destino dei nuovi grattacieli milanesi acquistati dagli emiri. Smentita la voce che le migliaia di impiegate che ci lavorano debbano indossare il velo: sarà l'intero grattacielo a essere velato, creando un effetto "misterioso oriente" che darà un'ulteriore patina internazionale a Expò. Quanto alle Olgettine, il passaggio da Berlusconi a Putin non sembra avere minato prospettive e umore della premiata maison milanese. «Si tratta pur sempre di avere a che fare con un tipo anziano, bassetto e pelato che si crede uno strafigo, e farsi pagare regolare stipendio per farglielo credere», dice Chantal Caparuozzolo, ex sottosegretaria alla Ricerca Scientifica e attuale portavoce delle Olgettine. Saranno ospitate in una isba alle porte della capitale russa e costituiranno anche lontano da casa un vero e proprio presidio dello stile italiano nel mondo. Stanno preparando per Putin un numero mai tentato prima: la spettacolare "posizione matrioska".

Michele Serra

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