Certo! Sempre la solita solfa! I ragazzi non leggono, leggono solo le porcherie di Moccia e poi si fermano lì, stanno sempre a giocare con l’I-Phone o la Play e i libri sono oggetti di antiquariato che genitori babbioni collezionano a dismisura. E vabbè. Difficile vedere un ragazzo di dodici-tredici-sedici anni con un libro in mano che non sia il manuale del telefonino, se va bene.
Ok. Non diamo la colpa a nessuno, diciamo che ormai il libro è obsoleto, diciamo che sono iperstimolati, che la televisione con i suoi mille canali li distrae, che i ragazzi sono sempre a manetta, tra breezer e motorini, e non hanno tempo per leggere.
Ma diciamo pure che se i prof, soprattutto quelli delle scuole medie (perché alle superiori sono già in grado di uscire e andare in libreria e alle elementari spesso hanno belle biblioteche scolastiche e l’ora di lettura) consigliano SEMPRE (da quando io avevo 12 anni. E di tempo, ahimé, ne è passato) gli stessi libri allora un po’ di ragione i ragazzi ce l’hanno.
Non si può, non si deve, non è umano e formativamente positivo consigliare come lettura – per di più estiva – Fontamara di Ignazio Silone, La ragazza di Bube di Carlo Cassola, Le notti bianche di Fedor Dostoevskij, L’isola di Arturo di Elsa Morante (fra i più gettonati delle ultime 20-30 estati). Libri di una bellezza e di una perfezione indiscutibile, ma che a 12, 13, 16 anni ti rompono gli zebedei, soprattutto d’estate, in maniera indicibile. E ti fanno decidere di usare i libri solo per appoggiarci la Play.
Libri stupendi se letti a 25 anni o giù di lì, possono dissuadere dal continuare a leggere qualunque sedicenne al mondo, anche il più secchione.
Spieghiamo ai prof che ci sono vie di mezzo tra la moccezza… ehm… la monnezza e le letture impegnate; spieghiamo loro che i ragazzi sarebbero in grado di scegliere – se minimamente guidati, o anzi, condotti in libreria – i libri che preferiscono.
Vedo bambine e bambini che leggono avidamente le storie di Nina o di Geronimo Stilton; poi passano al Diario di una schiappa, attraversano il periodo dei classici (Piccole donne, L’isola del tesoro), vengono traghettati verso gli immancabili Siddharta-Il piccolo principe-Il gabbiano Jonathan Livingstone e poi scelgono di avvicinarsi, in età adulta, ai deserti dei tartari, alle fontamare, ma anche ai Jonathan Coe, David Foster Wallace, Niccolò Ammaniti, Giancarlo De Cataldo e tutto il mare magnum della letteratura contemporanea che i professori – o almeno la scuola – sembrano non prendere minimamente MAI in considerazione.
Passando per Calvino, ovvio, che è tappa obbligata e fra le più piacevoli soste letterarie che ogni età possa concedere.
Buone vacanze, ragazzi! Andate a curiosare nelle librerie dei vostri genitori. O delle vostre città.
Se non sapete proprio da dove iniziare per scegliere un romanzo da leggere, parlatene con gli amici, o fatevi consigliare da un buon libraio, cercate su internet, entrate in libreria e leggete qualche pagina seduti lì, per terra, senza fretta. Senza vergogna. E senza la paura di essere considerati “secchioni”.
E non guardate mai più spot come questo (scusate la qualità pessima – tecnica – del video, ma questo passa il governo…)
Ma un’altra metafora o immagine per rappresentare dei ragazzi carini, simpatici, contenti che leggono, invece di “lettori” sfigati, tristi e impazziti che giocano a canestro con i libri, no eh?