E poi Scarf, uno dei miei vicini di casa, se n'era tornato in Sicilia e io non ero riuscito neanche a citofonargli per salutarlo, quando l'ho fatto c'era la ragazza che, mezzo scocciata, m'ha detto che era partito da un quarto d'ora, sennò perdeva il treno. Dopo tre anni di sale e olio in prestito, quel che mi resta di lui nel momento in cui se ne va è un confuso discorso su un viaggio che ora vorrebbe fare in Argentina, e un paio di scatoloni nella nostra stanza sfitta, libri, cianfrusaglie, roba che spedirà giù a breve. Ci potrebbe essere, fra tutte queste cianfrusaglie, un mio libro, una cosa su Hugo Pratt. Gliela prestai nel 2008, appena trasferito là, in uno di quegli strani gesti di gentilezza che abbiamo verso le persone che conosciamo da poco. Non gliel'ho più richiesto, e non lo cercherò. Non mi dispiace l'idea che qualcosa di mio traslochi altrove, e poi altrove e poi magari ancora altrove, finchè Scarf non si sarà scordato di chi e quando gliel'aveva prestato. Lo so, sono strano.
Pubblicato da JonLivingstone | Commenti (2) Tag: vita fuorisede






