E-privacy 2013. Analogico e digitale: obblighi, diritti e certezze. Il difficile rapporto tra Cittadino e Stato in un mondo unificato
È questo il lungo titolo del convegno che si terrà a Firenze il 7 e l’8 giugno. L’obiettivo: approfondire l’arduo rapporto tra il cittadino e lo Stato. Per dirlo con le parole degli organizzatori: «il diritto del Cittadino a mantenere privato quello che non vuole divulgare del suo essere, e di chiedere trasparenza ed accessibilità delle informazioni allo Stato ed alle pubbliche amministrazioni».
L’evento, che si terrà a Palazzo Vecchio (III piano, Sala della Miniatura), è organizzato dal Progetto Winston Smith in collaborazione con HERMES (Centro Studi Trasparenza e Diritti Umani Digitali) e Gruppo Consiliare Misto del Comune di Firenze – SEL.
Durante la manifestazione interverranno esperti di privacy e di diritto informatico che analizzeranno le esigenze e le difficoltà che ogni giorno i cittadini incontrano nel rapporto con le istituzioni, al fine di rispondere alle domande: «Fino a che punto il Cittadino può avere certezze in termini di diritti e doveri per gli "aspetti digitali" di un mondo unificato? Come e fino a che punto lo Stato si è dato ed intende darsi leggi regolamenti che garantiscano queste certezze nel mondo unificato? E quali sono i regolamenti che lo Stato pone ai rapporti tra cittadini e persone giuridiche per la salvaguardia dei diritti civili?».
Tra gli interventi segnaliamo quello di Claudio Agosti, dal titolo GlobaLeaks, protezione delle fonti con anonimato builtin, quello dell’avvocato di Arturo Filastò, OONI, Misurazione della censura, e quello dell’esperto di sicurezza informatica Corrado Giustozzi dal titolo La sicurezza dei sistemi di voto elettronico.
Il programma completo di E-privacy 2013 è disponibile sul sito del Pogetto Winston Smith, associazione senza fini di lucro che si propone di facilitare la difesa del diritto alla privacy online e offline e che, come si legge nella pagina Chi siamo, si muove anche nel campo della libera informazione e, anzi, specifica di aver adottato il nome del protagonista del romanzo di George Orwell, 1984, appunto perché «vuole riassumere sia i pericoli del tecnocontrollo telematico e della censura e manipolazione dell'informazione, che la necessità di agire per contrastare le spinte che poteri economici e politici hanno sempre esercitato».
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