Se ci voleva la foto di B. a colloquio col poliziotto cubano a Montecitorio per capire che Di Pietro è una, anzi La, stampella che tiene in piedi il governo, significa che qualcuno s’è perso un passaggio.
è noto infatti che l’attuale triste e colluso governo dopo la dipartita del redivivo Fini si appoggia completamente sulle spalle di don Tonino fin dallo scorso dicembre rendendo anche noto a tutti il valore degli uomini scelti dal dott. checcazzecca, il quale che persiste nella pantomima di appoggiare la sinistra italiana con cui non ha nulla a che fare per ragioni storiche, ideologiche e di contenuto. Il PD da parte sua fa ciò che fece il PDS a suo tempo sdoganando la Lega. A quanto pare anche ai democratici, come prima più di prima, interessa molto non perdere contatti e amicizie nella zona grigia che tante soddisfazioni danno in termini di profitto e carriera. Fino a quando non si riuscirà a dire basta e staccarsi definitivamente dal Di Pietro di turno la sinistra italiana somigliera ancora e sempre all’incubatore di forze deleterie e antipolitiche per mere questioni di numero. D’altra parte, per capire che Tonino non sia un uomo esattamente pulito, basta chiedersi come uno che riesce a mala pena a parlare la propria lingua sia riuscito a laurearsi, poi diventare magistrato, lasciando proprio quando il puzzo arrivava dalle parti dei suoi finti nemici, e poi addirittura ministro, grazie alla sinistra ovviamente che in questi casi fa la solita figura di Pinocchio che segue Lucignolo, a essere gentili.
In ogni caso, per chi non l’avesse capito, Di Pietro è di destra, per non dire fascista, è colluso, per non dire mafioso, ed è il miglior alleato di B. Insomma il classico italiano che fa lo scemo per non andare in guerra.