Siamo in molti a non poter finire la giornata senza un’ultima lettura a letto.
Di solito si tratta della novità promettente o di una rilettura di pura golosità, non di un’opera utile al lavoro che si ha in corso: che so, mentre scrivevo i miei due romanzi “storici”, non ho mai chiuso gli occhi su un testo seicentesco o su un saggio critico.
La conclusione di un giorno deve essere un po’ vezzeggiata da chi fatica a liberarsi da un pensiero ossessivo e dalle ansie e inquietudini diurne. Di qui la scelta tutta libera e antieconomica delle letture notturne.
Gina Lagorio, Inventario