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E Renzi teme le spie di D’Alema

Creato il 12 ottobre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Ci si può sempre consolare con Matteo Renzi. All’improvviso, a qualunque ora, ormai spesso di notte, ti arriva l’enews e sei rovinato! Intanto scopri che le primarie diventano un affare estremamente serio. Renzi infatti teme D’Alema per un motivo preciso: ci ricorda infatti che re D’Alema è il presidente del Copasir. Insomma possono entrare in gioco i servizi segreti. Scherza il sindaco fiorentino? Ma certo! O forse no!
Non gli sono andate giù le regole delle primarie, una sorta di “gag”, anzi sente il bisogno di proporre una regola sua: rendere pubblico l’elenco di tutti gli iscritti al Pd. Si farebbe a gara, quindi, a catturare più voti di centrodestra possibili. Ne risulterebbe però un partito proteso in ogni direzione.
L’impressione è che l’allegro sindaco fiorentino proceda rapsodicamente, cioè di palo in frasca, saltellando qua e là come una cavalletta. Dispone egli di una visione organica? Ha una visione globale? Per ora si vede tanta volontà, impegno, protagonismo, ma spicchi di programma, non un progetto di economia e società. Renzi pare anche un abile improvvisatore. Si trova nell’enews 349 anche il suo invito ai ragazzi del liceo Galilei di far l’assemblea scolastica a Palazzo Vecchio, visti i problemi della scuola. Il candidato alle primarie riesce anche a parlare di Reggio Calabria, del Vajont, di marketing ed export come rimedio al calo di produzione. Iperattivo, salterino il sindaco. Bene. Ma invece di ridacchiare non sarebbe meglio presentare qualche idea per uscire dal labirinto di Mario Monti? E una parola sul referendum di ripristino dell’art. 18? A tanti interessa. Invece niente. Pazienza.

Segue la lieta enews 349

11 ottobre 2012
eNEWS 349

Procedo per punti schematici, così da evitare la consueta accusa di scrivere troppo.

Deve essere una beffa del destino. Quando cerco di essere buono e bravo, e di non litigare con nessuno, arrivando persino ad accettare tutte le discutibili modifiche delle regole delle primarie, improvvisamente accade qualcosa che mi costringe a rispondere. Non parlo delle illazioni, delle polemicucce, degli schizzettini di fango che le campagne elettorali spesso riservano (per queste, sul sito, c’è la pagina le verità su Renzi con tutte le risposte). Mi riferisco, invece, alla doppia polemica con Massimo D’Alema e Sergio Marchionne. Il primo ha rilasciato un’intervista, poi smentita (i soliti giochini vecchio stile: tutti a Roma sanno perfettamente che quella chiacchierata c’è stata ma bisogna far finta di niente) in cui ha del tutto legittimamente detto che non lascerà il posto in Parlamento, a meno ovviamente che non vinciamo noi. Ma ha anche detto che “Renzi si farà male”. Ora, questa frase è poco simpatica detta da chiunque. Diventa allusiva quando chi la pronuncia è a capo della Commissione che controlla i servizi segreti. Marchionne invece si è risentito per una mia intervista a Repubblica.tv e anziché prendersela con me – come sarebbe stato del tutto legittimo – ha attaccato pesantemente Firenze. Fossi un azionista della Fiat mi domanderei la logica per la quale l’AD dell’azienda deve insultare una città, per di più come Firenze famosa in tutto il mondo. È del tutto legittimo che il cittadino Marchionne non ami il candidato Renzi. Ma che senso ha prendersela con uno scrigno di genio e passione come Firenze?

In ogni caso trovate qui il video integrale della mia intervista con Fabio Fazio.
E trovate qui il video integrale della mia intervista a Repubblica.tv.
Della serie, se non avete niente di meglio da fare…

Alla luce delle complicate regole che il PD ha deciso nella scorsa assemblea – però – abbiamo bisogno che chi vuole darci una mano ci aiuti anche firmando la candidatura. Qui trovate il modulo che ci è davvero utile. Nel frattempo si consuma l’ennesima gag: il PD ha chiesto che siano pubblici i nomi di tutti quelli che votano alle primarie, per un’esigenza di trasparenza e partecipazione. Noi allora abbiamo chiesto al PD di rendere pubblico l’elenco degli iscritti al partito, per la stessa esigenza di trasparenza e partecipazione. Cioè, per essere chiaro: se si pretende di rendere pubblico il nome di chi vota alle primarie, come è possibile non rendere pubblico il nome di chi addirittura si è iscritto al partito? Attendiamo con piacere che finalmente il PD pubblichi gli elenchi. Non c’è nulla da nascondere, no?

Il sito www.matteorenzi.it è sempre più ricco di contenuti e suggerimenti. Della serie, se non avete niente di meglio da fare…

Abbiamo anche implementato la sezione infografiche con quella sull’occupazione femminile (mi dite che ne pensate? Grazie: [email protected]), quella delle lettere (ce ne sono alcune di oggettivamente bellissime) e naturalmente quella del lungo tour che in questi giorni ha toccato moltissime province del Sud. Ho preso un aereo Alitalia da Firenze, fatto scala a Roma e sono arrivato a Reggio Calabria, nella città che di lì a qualche ora avrebbe visto lo scioglimento del consiglio per mafia. Il pensiero è andato a Italo Falcomatà, il grande sindaco della primavera reggina. Per me è stato un tuffo al cuore sapere che in sala c’erano anche i parenti più stretti di Italo. Poi il camper ha viaggiato per molte province del sud: la Calabria, la Puglia, la Basilicata, il Molise. Qui trovate il video riassunto delle tappe che si sono chiuse con la Isernia-Firenze in notturna, giusto il tempo di essere al lavoro in Palazzo Vecchio il lunedì mattina presto.

In questi giorni, intanto, abbiamo lavorato molto anche in città, compresa la giunta notturna di ieri sera. E stamattina mentre andavo al mercato di San Lorenzo per la presentazione della guida dei vini dell’Espresso pensavo a quanto sarebbe interessante fare un ragionamento serio sul valore simbolico del cambiamento del mondo del vino, dopo lo scandalo metanolo di venticinque anni fa. Adesso produciamo il 40% del vino in meno, ma abbiamo superato i 4 miliardi di euro nell’export, cinque volte in più del 1986. la dimostrazione che indipendentemente dalla politica, le aziende sanno organizzarsi. E lo fanno bene. Paradigma di quello che servirebbe all’Italia anche adesso, non solo nel vino, insomma. Ma mentre andavo assorto in questi pensieri, la mia bicicletta è stata circondata da un gruppo di ragazzi del Liceo Galileo che mi ha reso partecipe della rabbia e della delusione degli studenti dopo che un pezzo di tetto è crollato, fortunatamente senza fare danni alle persone. L’edilizia scolastica dei licei appartiene alla Provincia e dunque non sono a conoscenza della situazione tecnica di quell’istituto. Ma negli occhi dei ragazzi mi ha colpito la volontà di approfondire, di conoscere, di prendere parte. “Sindaco, lei ci ha detto che Palazzo Vecchio è casa nostra, giusto? Allora ci ospita lei per la nostra assemblea?” Detto, fatto. Lunedì i ragazzi del Galileo si confronteranno con gli amministratori provinciali e i professori nel Salone dei 500. Perché anche a questo serve un’Istituzione: a rendersi parte di una comunità.

Un sorriso,
Matteo

Pensierino della sera.
Martedì scorso ricorreva il 49° anniversario della tragedia del Vajont. Dove ho iniziato la campagna elettorale lo scorso 13 settembre (foto con il sindaco di Longarone, video Mauro Corona). Vorrei che il prossimo 9 ottobre, quando ricorreranno i 50 anni, il prossimo presidente del consiglio, chiunque sia, vada a Longarone a portare le scuse a quella comunità, ma soprattutto a presentare un piano per il riassetto idrogeologico del paese. Perché nonostante quella strage, che rimane una delle cinque più gravi a livello mondiale imputabili ad errore umano, in Italia si continua a morire per il dissesto ambientale: lo scorso anno ci sono state 70 frane che hanno causato 18 morti. E noi non possiamo continuare a far finta di niente.

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