Regione Autonoma Sicilia
In questi giorni è uscita un’indagine effettuata dall’Associazione Save the Children sul numero delle famiglie prive dei livelli essenziali per una vita accettabile. Poveri.
Il 44% dei bambini poveri vivono in Sicilia.
E’ un dato sconvolgente. Poveri significa avere poco, avere nulla. Vestiti, giocattoli, cibo. Significa spesso avere fame.
I bambini, come tutti i bambini, giocano, sono felici, ma soprattutto sono ignari della loro condizione. Sul volto delle madri, invece, si legge la disperazione.
Questo succede non in un paese del terzo mondo, ma vicino a casa nostra. In una regione autonoma, con una pubblica amministrazione speciale: la Sicilia.
Ma se si va a vedere l’ammontare degli stipendi che la Sicilia, regione autonoma. eroga ai propri dipendenti, c’è da rimanere di stucco.
Un dipendente, stenografo, dell’ARS, senza laurea, senza studi superiori ha uno stipendio di poco superiore ai 6.000 euro mensili e andrà in pensione con poco meno. Quattro volte superiore allo stipendio di un insegnante laureato e precario.
In sostanza i soldi pubblici che queste Regioni autonome ricevono, li riservano per i loro amministratori.
Perchè non aplicare il contratto nazionale del pubblico impiego anche a queste Regioni?
Lo stenografo, preso ad esempio, prenderebbe molto meno ed i soldi sarebbero disponibili per alleviare le povertà e favorire un virtuosimo produttivo.
Si parla di lacrime e sangue, per gli italiani per uscire dalla crisi, ma di che cosa si parla quando si vengono a conoscere queste incongruenze?
Nello scorrere le cifre del privilegio (anche lo stipendio dello stenografo siciliano è un privilegio e non solo la casta o i grandi manager), c’è da incazzarsi seriamente per il senso di rabbia e di impotenza, per le mancate risposte dei responsabili a queste storture.
Se il federalismo, con le sue autonomia locali, porta a queste disparità, allora che federalismo non ci sia.
L’esempio siciliano dimostra come chi può disporre della massa di soldi pubblici, possa essere ingiusto. Preferisce alimentare se stesso e non pensare al bene degli altri, suoi corregionali.
Mi auguro che il nuovo governo, con la sua competenza e serietà, faccia giustizia anche di queste disparità e se è il caso, abolisca le Regioni autonome non virtuose, per estirpare alla radice il male dell’egoismo.
[Nota: La fonte notizia e dati: l'Unità. La proposta di abolire le regioni autonome non virtuose è personale].