E se Berlusconi, presagendone e pregustandone un repentino naufragio nelle tempestose acque del Senato, decidesse di uscire dall’aula al momento del voto di fiducia su un ipotetico governo Bersani, in modo tale da garantirgli il numero legale e la maggioranza? Berlusconi non ha nessun interesse a finire subito la legislatura e se il Partito Democratico uscirà dal vertice odierno coeso e in linea col segretario, Berlusconi potrebbe anche essere interessato a far nascere un governo Bersani, con la convinzione che, a stretto giro, il candidato di centrosinistra sarà costretto a fare un passo indietro. Il caimano, tra l’altro, ha tutto l’interesse a tenersi buono il centrosinistra, nella speranza che, nel caso tutt’altro che remoto che arrivi in aula qualche autorizzazione a procedere o a misure cautelari, gli venga reso in qualche modo il favore.
Ma se Bersani riuscisse a portare avanti un programma dapprima trasversale, con misure convincenti per la crescita e per il lavoro, per i costi e la moralità della politica, per il disagio sociale, per poi passare, solo in un secondo momento, a mettere il dito nella piaga degli affari di Berlusconi, a quel punto le geometrie della maggioranza potrebbero essere cambiate, con basi più solide di quanto si possa pensare ora.
I molti berlusconiani che sto vedendo in tv in questi giorni, parlamentari e giornalisti, paiono tutti rivolti a cercare disperatamente un accordo col Partito Democratico.
Credo che in realtà la partita politica si stia giocando qui, una mano di poker al buio, in cui il bluff non può vincere.
Pacman
Nostradamus
Magical Cat Adventure
Snake