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E se Arvedi facesse un proprio giornale? Riflessioni ferragostane

Creato il 17 agosto 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

“Ma scherzi? Il cavaliere d’acciaio è già editore”, commenta la voce della coscienza (nulla di serio, per carità, è solo una coscienza da ombrellone ferragostano).

“Sì, con Piva edita il noto cartaceo. Che non gli va più tanto a genio…. No, no, tanto più dopo la lettera dei moderati di Casini e altre considerazioni che gli avrebbe suggerito un certo Tartara”.

E se Arvedi facesse un proprio giornale? Riflessioni ferragostane

L’acciaio mantiene giovani

E così il fronte degli industriali, dei possessori di capitali, dei facitori e disfacitori di opinioni che nelle urne pesano, si sfalderebbe. Addio solidità del giornale della Libera! La voce della coscienza stenta a crederci. Possibile? Siamo a questo punto? Già Secondo Triboldi ha creato un giornale on line. Max Salini non si riconosce nella Provincia della Libera, pur avendone talora bisogno.

Infatti potrebbero essere schermaglie, strategie in movimento. Di questi tempi chi ha forza la riposiziona. Hai un esercito? Non lo terrai sempre chiuso in un fortino! Arvedi di politica ha ovviamente bisogno e non d’opposizione. Di relazioni sane, produttive, efficaci. Come da sempre si usa in Italia!

C’è poi il peso del sondaggio che vede la coalizione che sostiene il governo Monti largamente in testa, imbattibile. 45% a Pdl-Udc-Pd, staccatissime le altre coalizioni che si ipotizzavano a fine luglio. Con la variabile di un movimento a 5 stelle stabilmente oltre il 20% da tre mesi.

Quindi perché mai Arvedi non dovrebbe ipotizzare lo schieramento di una propria forza comunicativa globale? Già dispone di una tv dedicata però al Nord Italia, e buona norma vorrebbe che vi si accompagnasse anche un giornale. Oltretutto quel tentativo di un settimanale indipendente, arvediano, su La Provincia ha preso altra direzione. La tv arvediana ha dedicato attento spazio alla lettera di Casini, pubblicata dal Corriere il 7 agosto. I moderati vogliono il timone, vedono il centrodestra in affanno sognare ancora Berlusconi, e non intendono piegarsi alla terribile Cgil o al pericoloso Pd.

Vincerebbe il solito liberalismo, sostenuto però anche dal Pd o da una sua parte. E si ricomporrebbe una forza di governo dagli equilibri interni forse più solidi, con il baricentro nel centrodestra e una sinistra minoritaria ma non trascurabile, più o meno come il vecchio pentapartito. Bisogna però convincere gli elettorati, assimilarli, plasmarli. Servono massmedia rinnovati. Basteranno le ondate di calore africano? Grandi poteri europei vigilano: il controllo del territorio dipende però da forze locali. Estremamente attente.

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