L’assessore alla cultura è inquieta, sta riflettendo. Una tempesta di pensieri. Ci sono motivi personali e familiari che inducono alle dimissioni, come trapelato giorni fa su questa pagina flessibile come un acrobata dai saldi princìpi,
Intanto però nemmeno gli amici del centrosinistra sanno che cosa vorrà fare chi oggi è favorito per le prossime, remote ma sempre imminenti elezioni.
La vicenda de L’arte e il Torchio poi rivela qualche perplessità. L’organizzatore non ha affatto voluto rispondere alle domande più che mai scontate di questo tempo: come desidera usare i soldi pubblici? Ce lo spiega dettagliatamente? E’ questione di moralità: il deputato Luciano Pizzetti ha spiegato come usa il denaro che riceve dallo Stato, euro per euro, rispondendo a tutte le lettere arrivate al giornale La Provincia. Un esempio di trasparenza. Il signor Elviero invece non risponde. Nessuno ipotizza clamorosi danni, ma perché tacere così ostinatamente?
Perché mai allora dare ragione all’opposizione, che non ha proposto nulla, salvo il museo diffuso che alla conformazione Cremona non si sa bene quanto possa essere adatto? E poi c’è quel disgusto che qualunque persona educata prova per l’odio antipolitico e becero che tutto travolge, confondendo assessori comunali da 1.800 euro al mese con consiglieri regionali da 13mila e oltre a parlamentari. Ruoli ben diversi, e qui siamo per la professionalità intellettuale del politico, non per la sua dipendenza da benefattori o ricchi donatori di pesanti sacchi di euro.
Quindi, tutto sommato, visto che l’opposizione temporeggia, perché dimettersi? Se la situazione personale e familiare permette la resistenza, De Bona è tutt’altro che arrendevole. C’è di che riflettere.
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