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E se Facebook diventasse un modello di vita sociale?

Da Pamelaferrara @PamelaFerrara

feisbuucRecentemente mi sono concessa il lusso di leggere un romanzo, e ho scelto quello dell’amico Lorenzo Pezzato, “Feisbuuc” (potete scaricarlo qui).

Non voglio in questa sede esprimere un giudizio “di valore”, sebbene Lorenzo sia un bravissimo scrittore, quanto parlare di una riflessione che i protagonisti fanno e che mi ha colpita in modo particolare.

L’argomento, ovviamente, sono i social network e l’impatto sociale che potrebbero avere se si diffondessero, ad esempio, come i cellulari.
Cosa potrebbe succedere se questa abitudine alla condivisione diventasse una normalità sociale e non solo un esercizio di relazione via Web? L’abitudine alla condivisione potrebbe allargare il concetto di famiglia, permettendo a più individui di mettere in condivisione anche relazioni sentimentali, educazione dei figli e vita quotidiana?”
Già adesso Facebook permette di fatto una specie di poligamia digitale, “E se con l’andar del tempo questa familiarità con la poligamia – inizialmente limitata alla rete sociale elettronica – si trasferisse alla realtà quotidiana, al mondo fisico, entrando nelle case degli italiani e degli occidentali?”.

Anche solo l’idea è delirante, ma se cent’anni fa avessimo raccontato ai nostri nonni che un giorno avremmo condiviso tutto ma proprio tutto online con una rete di amici, al punto di sentire il bisogno di aggiornarli continuamente su ciò che stiamo facendo, al punto di interrompere il sesso per rispondere a un messaggio, cosa ne avrebbero pensato? Che stavamo delirando.

A volte i deliri diventano realtà, pensate solo alle ultime elezioni regionali, al grande successo di un politico che ha iniziato la sua ascesa dichiarando rigidità quantomeno dubbie in zona inguinale.


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