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E se i ricchi piangevano, anche i Led Zeppelin copiavano…

Creato il 02 novembre 2011 da Postscriptum

E se i ricchi piangevano, anche i Led Zeppelin copiavano…

Il dubbio: l’arpeggio di Taurus (link), pezzo del ’68 degli Spirit ricorda quello di Stairway To Heaven (link)?

Opinabile, ma se così fosse si dovrebbe pensare che il Diavolo sia stato ripetitivo. Cioè – mi spiego meglio – se si ritiene che Jimmy Page scrisse il pezzo sotto dettatura di Sua Maestà il Principe delle Tenebre, bisognerà pur ammettere che il Ribelle Divino sia dotato di ben scarsa inventiva, o no?

In effetti, le somiglianze, tra le due introduzioni dei brani, ci sono, sepur piuttosto vaghe a mio modesto parere . I Led Zeppelin furono accusati spesso di plagio, ma in effetti a ben vedere era solo invidia. Non che la premiata ditta Plant & Page disdegnasse il saccheggio di brani altrui, intendiamoci. Solo che se il risultato è stato quello che noi ben conosciamo, gli si può forse dar torto?

Con animo sereno vorrei segnalarvi una delle band a cui i Ledz fecero spesso riferimento: gli Humble Pie. Band inglese quasi sfuggita alla storia del Rock, probabilmente ( e per l’appunto) a causa della somiglianza con i cugini più famosi. Steve Marriott non era Robert Plant, tanto quanto Peter Frampton non è Page, direte. Ma in effetti fu solo questione di fortuna. Seguitemi: se i Led Zeppelin fossero stati formati (nel senso che qualcuno li plasmò a gusto suo e soprattutto del mercato) appena qualche mese dopo – chi lo sa – la storia sarebbe potuta essere diversa. Oggi parleremmo degli Humble Pie in maniera differente, forse. Tutte ipotesi! Eppure qualcosa di concreto c’è.

Ad esempio I’ll Go Alone (link),  dopo aver ascoltato l’intro del pezzo in questione non si può non ammettere che in effetti Page doveva aver visto un concerto degli Humble Pie prima di scrivere Communication Breakdown (link). Ma è solo l’introduzione ad infondere il dubbio, per il resto  i brani sono differenti. I’ll Go Alone, come da titolo, se ne va procedendo da solo, o almeno tale si credeva. Eh già, perché in effetti, nelle vicinanze doveva esserci Pete Townshend con carta e penna che prendeva appunti (il finale di Love Reign O’er me? link).

Il primo album degli Humble Pie, As Safe As Yesterday is (’69), è un vero classico mancato, misconosciuto e sin troppo bistrattato (ascoltare Buttermilk Boy [link], la title track [link], l’esplosiva Bang [link] o la superlativa Natural Born Boogie [link], per ricredersi). Il sound è anche più maturo di quello del primo dirigibile. Ma non crediate che Ledz e Who siano stati i soli. In realtà Marriott era già un cantante molto influente e rispettato nell’ambiente (almeno sin dal ’66), grazie alle sue doti canore e alle interessanti composizioni del periodo Small Faces (link).

Ricordo di aver letto da qualche parte che prima ancora di offrire ad Harrison Ford la parte di Indiana Jones, George Lucas aveva contattato l’allora famosissimo Tom Selleck. Già noto, rispetto a Ford, per via del fortunatissimo Magnum P.I. Ebbene Selleck rifiutò, pensando che non fosse poi un gran personaggio quello di un archeologo avventuroso, poco credibile. Devo aggiungere qualche banalità sui treni che passano e sul fatto che bisogna salirci al volo?…oppure si è capita l’antifona?

Marriott sarebbe potuto essere Plant. Io non so se poi Selleck avrebbe reso famoso Indiana quanto lo ha fatto Ford. Per cui non è giusto sminuire i Ledz…le cose vanno come vanno (probabilmente non nel migliore dei modi possibili, tanto per smentire il povero Candide)! E però un obbligo morale andare a riprendere la discografia degli Humble Pie e riascoltare tutto ciò che poi altre band avrebbero in qualche modo ripreso (dai ’70 fino ai Black Crowes). Un misto di sound stonesy (prima ancora che i Rolling Stones lo attuassero del tutto da Exile On Main Street in poi) e di beatlesianesimo, di soul e di country che avrebbe dovuto avere la possibilità di sconvolgere un mondo di audiofili. Una delle anticipazioni più chiare all’Hard Rock così come lo conosciamo. E badate che siamo ancora lontani dal quarto album dei Led Zeppelin. E allora che aspettate? Andate ad ascoltarvi Humble Pie, album omonimo del ’70, lo strepitoso live Rockin’ The Fillmore (link) un dovere per ogni buon ascoltatore di rock, Rock On (link), Smokin (link) ed Eat It (link)…

Alla prossima!

Babar Da Celestropoli


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