La sera prima ho depositato i bambini al papà, ho fatto una cena leggera, preparato una piccola valigia al volo e sono andata a letto intorno alle 10. La mattina dopo, alle ore 7 in punto, come richiesto dal protocollo ospedaliero, ero già in reparto pronta per il ricovero.
L'operazione chirurgica era in "day hospital" e questo faceva presupporre un decorso veloce, l'anestesia totale invece e la necessita di un accompagnamento per il ritorno a casa non faceva presagire niente di buono.
In ogni modo sono arrivata in ospedale con un po' di fifa e sono sprofondata subito in una immensa sensazione di tristezza e solitudine, tutte le pazienti erano accompagnate da un folto entourage di supporto ed io non avevo accanto nemmeno un cane a sostenermi.
Dopo i primi minuti di disagio (non sono mai stata ricoverata in ospedale a parte quando ho partorito) è successa una cosa strana.
Medici e infermieri si alternavano nella mia stanza, mi chiedevano a turno se stavo bene e ogniuno, per le proprie competenze, mi dettagliava quello che avrebbero fatto, tutto sommato non mi sentivo poi tanto sola, mi sembrava che queste "persone" si interessassero davvero a me e così la paura piano piano si è affievolita lasciando spazio ad un piccolo e crescente senso di benessere!
Iniziavo a realizzare un po' alla volta che stavo attraversando uno di quei rari momenti della mia vita in cui IO NON DEVO PENSARE A NIENTE: altre persone infatti si sarebbero occupate di me!
- Non dovevo fare niente, qualcun'altro avrebbe pensato a tutto!
- Non dovevo organizzare niente, qualcun'altro avrebbe deciso il momento giusto e il metodo giusto.
- Non dovevo predisporre niente, il mio corpo era tutto quello di cui c'era bisogno ed era già lì pronto per l'uso.
Un po' alla volta iniziavo a godere dell'idea che potevo rilassarmi leggendo un buon libro e che, a questo giro, toccava a qualcun altro dirigere il traffico dei miei polipi endometriali!
Che figata!E quando mai mi ricapita!
E così mi sono goduta l'attesa, mi sono goduta il risveglio con l'infermiere gentile che sistemava la flebo, mi sono goduta la compagnia di Caterina che mi ha riaccompagnato a casa ed è stata con me tutto il weekend, mi sono goduta un po' meno il mal di testa dei giorni successivi, comunque poca cosa rispetto al resto.
Conclusione: tutto è andato bene, io mi sto concedendo un po' di sano e meritato riposo e ne approfitto per rinfrescare il mio blog.
Il mio corpo, nel frattempo, stanco e provato dagli ultimi mesi di pesante quotidianietà, si conquista il suo meritato ruolo da protagonista in questa vita frenetica che, troppo spesso, non ascolta la sua voce e le sue esigenze.