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E se provassimo ad applicare il managerometro?

Creato il 22 novembre 2012 da Ciro_pastore

E SE PROVASSIMO AD APPLICARE IL MANAGEROMETRO? E SE PROVASSIMO AD APPLICARE IL MANAGEROMETRO? I manager del Trasporto Pubblico in Campania dovrebbero tutti passare al vaglio di uno speciale “redditest” La crisi delle aziende del Trasporto Pubblico in Campania ha attirato (finalmente) l’attenzione della Corte dei Conti Regionale che ha inviato le Fiamme Gialle a raccogliere documentazione presso gli uffici della “fallenda” EAVBUS. Ovviamente, finora non ci sono elementi per poter avanzare alcuna ipotesi, ma è pacifico che la manifestazione d’interesse del massimo organo di giustizia contabile è fatto da non sottovalutare. A nessuno sfugge, infatti, come la stessa Cortedei Conti ha, nel suo rapporto annuale, evidenziato come ogni anno spariscano nelle tasche dei corrotti circa 60 miliardi di euro. Si tratta di una cifra mostruosa – ben al di sopra delle finanziarie lacrime e sangue di questi anni – che viene alimentata da un numeroso plotone di corrotti e corruttori, che si aggirano indisturbati negli uffici della Pubblica Amministrazione o nei corridoi delle aziende pubbliche o partecipate dagli enti locali. In passato, ho trattato molto spesso questo spinoso tema. Gli eventi serissimi di questi ultimi giorni, mi costringono a ribadire che le aziende hanno difficoltà economiche derivanti da un insostenibile squilibrio fra costi e ricavi. Il costo del personale è preponderante e molto si è fatto e si sta facendo per ridurlo notevolmente, a scapito dei livelli retributivi. Ma la parte restante dei costi (acquisti di beni e servizi) è ancora fortemente riducibile e poco finora si è fatto per razionalizzarla e renderla trasparente. Ora si attende l’insediamento del SuperCommissarioa cui è affidato il delicato compito di ristrutturare il debito del Gruppo EAV e tentare di scongiurarne il tracollo. Al neo commissario toccherà gestire il debito delle tre aziende su ferro (Circumvesuviana, Sepsa, MetroCampania Nordest) che ammonta, come è noto, a circa 600 milioni. In soli 30 giorni, dovrà essere predisposto un piano di risanamento con le prime due tranche per complessivi duecento milioni da versare ai creditori, nel biennio 2012-13, utilizzando i fondi FAS. Ma qui torna in ballo la corruzione, di cui parlavo inizialmente. Per la legge dei grandi numeri, se in Italia la corruzione è pari a 60 miliardi/anno, non si può escludere che, anche nel mega debito EAV, una percentuale (piccola o grande che sia) del debito accumulato sia stata generata dalle aberrazioni del sistema corruttivo. Nella Pubblica Amministrazione, peraltro, la corruzione è un sistema diffuso a tutti i livelli gerarchici e spesso si sostanzia come un temibile mix di collusione e concussione. Il manager/funzionario pubblico non sempre, infatti, viene tentato dal fornitore disonesto. Capita frequentemente, invece, che sia egli stesso a proporre, ad una ristretta schiera di fedelissimi fornitori, comportamenti collusivi, spesso di tipo concussivo. Ecco perché, in concomitanza con il lancio del redditest sul sito dell’Agenzia delle entrate, si potrebbe applicare ai manager pubblici una speciale versione dello stesso. Come molti sapranno, il principio alla base del redditometro è semplice e puramente matematico: se uno spende più di quanto potrebbe rispetto a quanto emerge dalla sua dichiarazione vuol dire che probabilmente evade e quindi è chiamato a dimostrare da dove entrano i soldi extra. Il redditometro fa proprio questo: un confronto preciso e matematico tra entrate e uscite. Quello di cui la “matematica” alla base del redditometro non tiene conto è che oggi molte famiglie, soprattutto giovani, vivono in Italia dell’aiuto economico dei parenti. Con il Managerometro si potrebbe, invece, far emergere gli sprechi della PA e le furberie dei manager. Come il Politometro (proposto da Beppe Grillo), il Managerometro, dovrebbe puntare a far emergere quelli che sono i veri sprechi delle aziende pubbliche. Anche alla base del Managerometro ci sarebbero puri calcoli matematici: indicando con P2 il patrimonio attuale, con P1 quello iniziale e con C il reddito percepito nel periodo si ottiene che Z = P2 – (P1 + C). Se Z sarà superiore a 0, escludendo entrate straordinarie come eredità o vincite al Superenalotto, la differenza dovrà essere rimborsata alle casse delle aziende, in un lasso di tempo ragionevole e senza alcuna conseguenza penale. In questo modo, si eviterebbero lunghe (e spesso infruttuose) indagini giudiziarie, da cui di solito, a causa delle sopravvenienti prescrizioni, gli indagati escono sani e salvi. Qualcuno di voi starà pensando che nel calcolo del Managerometro non si conteggiano i beni e i servizi “in natura” che spesso vengono generosamente offerti in cambio di compiacenti complicità. Non contesto che anche il Managerometro, come tutti i sistemi meccanizzati, non riesca a valutare queste partite anomale, ma resta inconfutabile che con la sua applicazione si punterebbe puramente all’aspetto compensativo dal punto di vista monetario, essendo impossibile farsi “restituire” un servizio in natura di cui, chi ne ha goduto, non è mai in grado di predisporne la ripetizione puntuale. Certo, si potrebbe provare a monetizzare la prestazione, ma risulterebbe oltremodo difficoltoso farlo con criteri oggettivi. Ma, in fondo, a voler essere pragmatici, pur ammettendo la semplificazione insita nel Managerometro, quello che conta è riprendersi buona parte del bottino… Il Signore degli Agnelli

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