I funghi Phaeoacremonium aleophilum, Phaeoacremonium inflatipes e Lecythophora lignicola sono i funghi ai quali è attribuito il mal dell’esca i quali sono presenti frequentemente e in abbondanza sia sulle piante di vite sane, sia su quelle ammalate. Questi stessi funghi hanno causato sintomi sulla chioma degli olivi, in particolare clorosi delle foglie, filloptosi e seccume dei rametti.Uno studio del 2012 ha dimostrato che nella vite le comunità fungine delle piante ammalate e sane sono identiche. Sempre in questo stesso studio si formula un’ipotesi che permette di meglio spiegare questi risultati che si può sintetizzare nel riconoscere che i funghi associati al mal dell’esca sono molto probabilmente dei gruppi specializzati nel degrado del legno già senescente o morto e non sono quindi dei patogeni. Ora se facciamo nostra tale ipotesi, possiamo per analogia affermare che, i funghi riscontrati negli olivi con disseccamento, se si riscontrasse che sono presenti anche su olivi sani, altro non sarebbero che gruppi specializzati nel degrado del legno già senescente o morto e non sono, quindi, dei patogeni. Ma allora di cosa stanno morendo gli olivi che presentano disseccamento nel Salento?Come già osservato in un mio precedente post in contrada la Castellana in più oliveti ricadenti nel dominio dell’Impianto di irrigazione Brile si possono osservare olivi vivi e in fioritura a 6 metri di distanza da olivi secchi.Se quindi assumiamo che:Mi chiedo e vi chiedo:Possibile che nel Nord Est (Lecce) e nel Sud Est (Otranto) dopo 7 anni non ci siano i funghi Phaeoacremonium aleophilum, Phaeoacremonium inflatipes e Lecythophora lignicola e il batterio Xylella fastidiosa subspecie pauca ceppo CoDiRo? E se gli alberi di olivo del Nord Est e del Sud Est fossero sani nonostante queste presenza di microorganismi?E se questi olivi sani avessero nei loro vasi i funghi Phaeoacremonium aleophilum, Phaeoacremonium inflatipes e Lecythophora lignicola e il batterio Xylella fastidiosa subspecie pauca ceppo CoDiRo?
Allora la domanda è:
Di cosa sono malati gli olivi che presentano disseccamenti nel Salento?
Petria18 (1), 15-25 (2008) - Articolo scientifico/Scientific paper 15COMPORTAMENTO PATOGENETICO DI ALCUNI ISOLATI FUNGINI ASSOCIATI A STRIATURE BRUNE DEL LEGNO DI OLIVOAntonia Carlucci, Francesco Lops, Maria Luisa Raimondo, Valentina Gentile, Luigi Colatruglio, Massimo Mucci, Salvatore FrisulloDipartimento di Scienze Agro-ambientali, Chimica e Difesa Vegetale, Università degli Studi, Via Napoli 25, I-71100 (FG)E-mail: [email protected]RiassuntoSono riassunti i risultati di una prova pluriennale intesa ad accertare il comportamento di dieci specie di funghi isolati dal legno imbrunito di olivi in parecchie località della Puglia nei confronti di piante di olivo cvv. Carolea, Coratina e Leccino. Le piante di olivo di 4 anni utilizzate per i saggi di patogenicità sono state inoculate nel febbraio del 2000 con tre modalità. I rilievi dei sintomi effettuati un anno (2001) e sei anni (2006) dopo l’inoculazione hanno indicato che cinque specie di Phaeoacremonium e un isolato identificato come Lecythophora lignicola (ma, probabilmente, una specie di Phaeomoniella) avevano causato, con vari gradi d’estensione e di gravità, striature brune del legno in alcuni casi lunghe oltre un metro. Inoltre, P. aleophilum, P. inflatipes e L. lignicola hanno causato sintomi sulla chioma, in particolare clorosi delle foglie, filloptosi e seccume dei rametti.Le inoculazioni di un isolato di Fomitiporia sp. eseguite nel 2004 hanno portato a stadi iniziali di carie bianca nei successivi quattro anni. Viene discussa la possibilità che Olea europaea sia un ospite arboreo dei medesimi funghi che sono associati all’esca della vite. Parole chiave: Striature brune del legno, Olivo, Funghi lignicoli, Carie del legnoRuolo dei funghi nel mal dell’esca della vitehttp://www.cra-pav.it/petria/n18/Frisullo2.pdfHofstetter V., Buyck B., Bart D., Viret O., Couloux A., Gindro K.Revue suisse de viticulture arboriculture horticulture 44(6), 386-392, 2012
Il mal dell’esca è una malattia del legno della vite, in forte aumento negli ultimi tre decenni, che minaccia tutte le regioni viticole del mondo. Ella è generalmente attribuita ad un gruppo di funghi, considerati come patogeni latenti, ma il cui meccanismo d’azione è ancora poco conosciuto. Questo studio mette a confronto le comunità fungine associate a delle piante di vite sane o colpite dal mal dell’esca di una parcella adulta di Chasselas in modo da determinare quale specie di funghi diventerà invasiva all’apparizione dei sintomi fogliari della malattia. I risultati mostrano che i funghi ai quali è attribuito il mal dell’esca sono presenti frequentemente e in abbondanza sia sulle piante sane, sia su quelle ammalate. Inoltre, le comunità fungine delle piante ammalate e sane sono identiche. L’ipotesi che permette di meglio spiegare questi risultati è che i funghi associati al mal dell’esca sono molto probabilmente dei gruppi specializzati nel degrado del legno già senescente o morto e non dei patogeni. In conclusione, il confronto tra le comunità fungine delle piante adulte e delle piante da vivaio ottenute da materiale vegetale della stessa parcella indica che i funghi associati al mal dell’esca non sono trasmessi durante l’innesto.
Fonte: http://www.revuevitiarbohorti.ch/artikel/2012_06_f_313.pdf