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E se sintiti friddu?!? …Cci su i Cardigans!!!

Creato il 23 novembre 2011 da Postscriptum

E se sintiti friddu?!? …Cci su i Cardigans!!!

Gli anni ’80 si sono conclusi ma il rock è ancora malmesso. Il grunge forse non è stata la migliore tra le possibili soluzioni al decadimento, ma di sicuro è servito come un ceffone mollato ad un suonatore di bonghi in costante fuoritempo. Comunque nel pop le cose non andavano di certo meglio : vi è mai capitato di confrontare i suoni di Off The Wall (link) con quelli di Thriller (link)?

La degenerazione da medio evo musicale ha demolito carriere di artisti che fino a poco prima dell’anno zero (1980) cercava di produrre non solo belle canzoni, ma anche buone sonorità (mi vengono subito in mente i Queen). Chi aveva mantenuto una certa qualità, escludendo suoni troppo sintetizzati e drum machine, erano stati i metallari. I Maiden in capo a tutti, e bisognerebbe ringraziarli eternamente per questo.

Così quando nel nord Europa più glaciale, due musiciti – Peter Svensson e Magnus Sveningsson – decidono di abbandonare le vie del metal (estremamente dark in quelle regioni) per virare verso un genere più commerciale, l’esempio americano del grunge è troppo distante per poter essere seguito. Che tipo di pop conoscevano questi due tizi? I Beatles – come tutti del resto – e la musica da radio europea o poco altro. Non bastava certo, davvero poca esperienza nel genere. Non sarebbe bastata neanche una tastiera ed una cantante dalla voce mielosa.

Me lo immagino: tutto sarà accaduto mentre il bassista (Sveningsson), tanto per perder tempo, suonicchiava il riff di Electric Funeral (link).
Diamine!!! E se si suonassero i Black Sabbath in maniera edulcorata???

Dopo un inizio stentato ed un primo album che era più un demo, esce Life, capolavoro. La scelta di riprendere gli stilemi della band di Iommi e Osbourne è anticipatrice sia del metal che si sta vivendo oggi in quelle zone, che della recentissima nuova ondata stoner rock. Come si può allora dimenticare i The Cardigans? Come si può limitare la conoscenza alla sola ultra nota Lovefool o My Favourite Game??? Non è un po’ come mangiare sempre il gelato crema e cioccolato? Non è come La Repubblica che parla solo di belluscone? Non è come il Papa senza i Cardinali? Non è come Topolino senza Pippo? Non è come ricordare le elementari solo perché il compagno di banco aveva i pidocchi? Non è come la presenza della Bocconi nel nuovo Governo italiano? Eh, c’è pure la Cattolica, che diamine!!!

Ma torniamo alla musica:
Jason Kay con i suoi Jamiroquai aveva già cominciato a reinserire con successo (planetario) elementi jazz nel pop, cosa che in tutto il corso degli ’80 era ritenuta abominevolmente retrò (malgrado i tentativi di Sting e di tutta la scena Acid Jazz anglosassone).

Anche i Cardigans partecipano a questa felice riscoperta di sonorità jazzy. Ciò è palpabile sin dal bel pezzo di apertura di Life, Carnival (link): ritmica funky e sonorità vagamente latin. Ma a fondo, ascoltando bene, sembra un pezzo dei Sabbath riarrangiato e addolcito, in larga misura grazie alla caramellosa ma stupenda voce di Nina Persson.

Discorso del tutto analogo per la successiva Daddy’s Car (link). Il riff del basso è direttamente prelevato da uno qualunque dei cattivissimi album dei Black Sabbath. Ma tanto chi se ne accorge, no? Poi se non si legge il testo va ancor meglio. Sembra il solito pezzo pop da classifichetta, eh? E invece è proprio sui testi che questi tizi cercano di mostrare il loro vero animo, cinico ed ironicamente dark.

Fine (link), il brano successivo, vira più verso il rock e sembra quasi di sentire la voce di Ozzy, mezza strozzata da leggende metropolitana sotto forma di pipistrello. Il suono del basso è bello pieno e dark, il riff di chitarra acido e stridulo, come se fosse suonato con delle protesi metalliche sui polpastrelli (e chi mi vuol capire mi capisca…).

Sick And Tired (link) è uno dei pezzi rappresentativi dell’album. Così mieloso da far trapelare immediatamente la sottile cattiveria interiore! Le melodie sono sapientemente miscelate, sempre con gusto vintage, tra fiati e suoni acustici. Ma dietro, nascosti, ci sono sempre Ozzy e Iommi, non dimenticatelo. Non smetto di nominarli, fatevene una ragione. Se volete sarò più esplicito: i Cardigans sono un band tributo al glorioso gruppo inglese. Non ci credete?

Provate ad ascoltare la traccia numero tredici dell’album…ops, è una cover!?! E che cavolo, ma questa è Sabbath Bloody Sabbath (link)!!! Il pezzo risorge a nuova vita, stravolto nella sua essenza corporea ma non in quella metafisica. Tutto quello che volevano Ozzy e Iommi è ancora lì, tra chitarre lounge e organi elettrici dal sapore latin. Quasi Jazzy, ma non è una novità poiché già i Sabbath erano molto influenzati dal genere. Peccato che gli ascoltatori si sono sempre solo concentrati sulle galline sgozzate… Il finale del brano, poi,  è sorprendentemente funky.

L’album è un ironico scherzo di questo combo di raffinati musicisti (ascoltare Hey, Get Out Of My Way, link…per credere). E per tale fu preso, almeno fino a quando non scoprirono di aver avuto successo. Perché non ripeterlo allora?

First Band On The Moon del ’96 è anche meglio per certi versi. Molto più maturo. Anche qui in scaletta c’è un pezzo dei Sabbath: Iron Man (link), completamente rivisto ma ancora emozionante.

L’incipit è però affidato a Your New Cuckoo (link), forse uno dei loro brani migliori in assoluto, seducente come pochi.

Da citare: Been It (link) – pura cattiveria – un brano estremamente sabbathiano e la stupenda Happy Meal II (link), capace persino di mantenere con il fiato sospeso. Già, i Sabbath avrebbero suonato così nei Jamiroquai, ne sono certo!

Step on Me (link) invece è uno di quei pezzi da concerto, dotato di una grande apertura e di una ammaliante melodia so english. Anche meglio di Lovefool (link) [tu ricuordi u film, Mick???] che la segue.

L’album si chiude con Choke (link) (la mia preferita), quasi un inno, o meglio un manifesto del loro genere. E non dico altro per non ripetermi…

…ma dico li sentite i Sabbath??????

Il successo è tale da far credere ai tizi che era giunto il momento di porre termine al loro “scherzo”, così dagli albums successivi cambiano genere e finisce la magia… pazienza!
Alla prossima.
Sentitamente vostro Babar


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