E si ritorna a Borgo Propizio! (E le stelle non stanno a guardare di Loredana Limone)
Titolo: E le stelle non stanno a guardare
Autore: Loredana Limone
Editore: Salani
Pagine: 384
Prezzo: €14,90
Isbn: 9788867155163
Data di pubblicazione: 6 Marzo 2014
Trama Tanti sono gli avvenimenti che scombussolano le giornate di Borgo Propizio e dei suoi numerosi abitanti, come la sempreverde zia Letizia, indaffarata a gestire la latteria insieme a Belinda, nipote acidina; le due sorelle Mariolina e Marietta, con il loro teatrino di litigi e riappacificazioni; l’amabile Ruggero, rozzo-che-piace; Dora, più pettegola che giornalaia; il maresciallo capo Bartolomeo Saltalamacchia... Con a capo il sindaco Rondinella, il paese sfoggia una nuova zelante giunta, il cui assessore alla Cultura, il nevrotico professor Tranquillo Conforti, incarica Ornella di organizzare un evento per l’inaugurazione della biblioteca. Sì, perché il paese ora vuole la sua biblioteca civica. E dovrà essere un evento speciale, o meglio spaziale, addirittura un festival letterario, sotto le luccicanti e propizie stelle del borgo. Be’, non sempre propizie. Le chiacchiere ricominciano il giorno in cui giunge Antonia, una forestiera dai boccoli ramati, che porta un misterioso bagaglio interiore. Scappando da se stessa, è alla ricerca di un luogo dove curare l’anima,tanto da decidere che lì organizzerà la propria vendetta d’amore. Una vendetta contro chi? E perché? Quale che sia il motivo, è un piatto che andrà servito freddo. Ma Antonia non sa che Borgo Propizio ha il dono di cambiare la vita di coloro che varcano la sue mura merlate…
Non vedevo l'ora di mettere di nuovo piede a Borgo Propizio. Un po' come quando andiamo in vacanza in un luogo che sentiamo perfetto per noi e facciamo i salti mortali per tornarci sempre più spesso. In fondo ogni nuova città è un po come un libro: ha la sua immagine, la sua storia, i suoi personaggi, la sua vita e pure la sua conclusione, ahimé, quando siamo costretti a lasciarla. E come ogni libro, ha la possibilità di essere rivissuta ogni volta che vogliamo (o, almeno, possiamo). Ecco, io a Borgo Propizio ci ero stata già due volte (se non vi ricordate... qui). La Limone mi aveva dato l'occasione per recarmici la prima volta, ma a distanza di mesi avevo già sentito l'esigenza di farvi ritorno: ho ripercorso le stesse strade, incontrato gli stessi personaggi, assistito agli stessi dialoghi. Tutto brillava e sorrideva come sempre. Chissà, se qualche settimana fa non fosse uscito questo secondo romanzo, magari ci sarebbe stata una mia terza volta nel Borgo Propizio di sempre, fino ad imparare a memoria: il paese e il libro. Ma ecco che giunge in libreria E le stelle non stanno a guardare e io non ho più bisogno di accontentarmi di rivivere il passato, sono pronta a fare un passo avanti. L'impatto con questo secondo romanzo è stato, da un certo punto di vista, più rassicurante. Mi sono dedicata alla lettura come se già sapessi ciò che vi avrei trovato, e quella consapevolezza mi confortava. Avevo bisogno di rivedere il paese e la sua latteria, di sapere che tra Mariolina e Ruggero tutto procedeva alla grande, di sentire che Cesare e Claudia, di nuovo insieme, confermavano di essere fatti l'uno per l'altra. E volevo essere sicura che Letizia non avesse perso la sua passione per il G.M e che Belinda... beh, per Belinda mi aspettavo una svolta, mi aspettavo che Borgo tutto si muovesse per portare nella sua vita qualcosa di grande. Ecco, ero lì, col libro tra le mani, in attesa di sapere che tutti i miei pensieri - o forse desideri - diventassero realtà. E, soprattutto, volevo il sorriso. Volevo quel sorriso che per ben due volte il primo volume mi aveva regalato per tutte le sue pagine, volevo che mi spuntasse in volto e non se ne andasse più. ...nessuna aspettativa particolare, in pratica, no?? Il romanzo è stato davvero un toccasana. Uno di quei romanzi che arrivano nel momento giusto, che confortano con le loro certezze, che ti fanno sentire in pace col mondo e ti fanno percepire ancora di più la primavera. Sì, E le stelle non stanno a guardare è un romanzo primaverile. Una storia che fa sbocciare altre storie, che porta novità: i suoi personaggi sono pronti a darsi una scossa, a cambiare, ad agire. Il lettore si fa facilmente trasportare da vecchie e nuove amicizie (e si fa conquistare tantissimo dalla possibilità Belinda-Francesco, sghignazzando come una matta - sì, "il lettore" sono diventata improvvisamente ed esclusivamente "io" - ad ogni loro incontro e dialogo) e si rilassa, tira un sospiro di sollievo e si rilassa. Arriva alla fine pensando: è andato tutto bene, grazie Loredana.
Allora perché tre stelline invece di quattro? Cosa è successo?
È successo che mentre mi trovavo ad amare il romanzo, venivo distratta da alcuni aspetti che non mi andavano giù. Ero come un'innamorata al primo stadio: all'inizio vede tutto perfetto e roseo, ma basta far passare un po' di tempo per cominciare a notare che non è tutto una meraviglia. Che c'è qualcosa che non va. Il bello dell'amore è che continuiamo ad amare nonostante quelli che per noi sono difetti, nonostante ci sia qualcosa che non ci piace. Così è accaduto col Borgo. Amore amore, sorriso stampato ma. C'è qualche piccolo ma.
A tratti mi è sembrato troppo lungo, o meglio: troppo concentrato su troppe storie.
La storia di Belinda e l'amore, quella di Ornella e del festival, di Antonia e del suo passato amoroso, di Mariolina e il suo destreggiarsi tra matrimonio e lavoro, di Marietta e la sua ricerca di una compagnia nella vita, di Saltalamacchia e la sua famiglia, di Cesare e Claudia e l'adozione... Troppe, ecco.
Tutte storie interessanti e piacevoli e pure spassose, ma non tutte hanno avuto l'approfondimento che si meritavano. Alla fine la sensazione è quella di un'occasione mancata.
In alcuni casi ci sono aspetti che mi sono rimasti oscuri, non spiegati e ho pensato che forse è il modo dell'autrice per dirmi: non ti preoccupare, le risposte te le darò nel prossimo volume. Il che sarebbe ovviamente accettabile, ma Borgo Propizio ci aveva abituato in maniera diversa: tutto comincia e finisce in quel volume. Non c'è attesa, è tutto compiuto.
Perché non raccontare meglio il rapporto tra Cesare e Claudia? Perché non spiegare meglio quel che ha fatto Antonia e svelare una volta per tutte i segreti dello scrittore? Perché non dare un seppur momentaneo happy ending (o magari unhappy) alla relazione tra Marietta e il sindaco?
Non so, mi sembra che alla chiarezza del primo Borgo Propizio si sia sostituito un modo di raccontare meno diretto, più ambiguo. Il bello è che la storia me la sono totalmente goduta, ma solo dopo averla finita mi sono resa conto che qualcosa non mi tornava. Come se per riuscire a raccontare tutte quelle storie, fosse stato detto tanto ma non abbastanza. Questo romanzo è di quelli gustosi da leccarsi i baffi ma non ci sazia, anzi, ci fa venire ancora più fame. Terminiamo l'ultima pagina pensando: Loredana, non è finita qui.
Questo è il motivo delle 3 stelline: per mettere la quarta, voglio qualcosa di più, che al momento non c'è.
In conclusione E le stelle non stanno a guardare non ha tradito le mie aspettative: nonostante manchi qualcosa, il romanzo è divertente, è rilassante, è ironico... è di una carineria unica. Però per essere soddisfatta voglio un seguito dove tutto possa compiersi. Al più presto.