Una cosa è certa: molti saranno i segreti, tra quelli fino ad oggi gelosamente custoditi dal Tempo, che si sveleranno leggendo tra le righe di questo 4° Carnevale della Letteratura. Leonardo Petrillo , sapiente ospite dell’ evento, ha infatti preparato un affascinante percorso e chi deciderà di seguirlo, si incamminerà tra parole che raccontano di Tempo, scandito tra scienza e poesia .
E il Tempo, lusingato da allettanti melodie, confuso da inquietanti dilemmi filosofici, pressato da rigorose indagini scientifiche, è qui costretto a mostrare i suoi molteplici volti.
Riporto solo un breve passo del bellissimo saggio introduttivo di Leonardo:
“Uno dei primi ad affermare ciò è stato Lucio Anneo Seneca, scrittore, poeta, drammaturgo e politico romano, secondo cui il tempo che gli uomini possiedono è sempre lo stesso, ma, in realtà, esso cambia a seconda di come viene utilizzato.
Come illustra nella sua opera intitolata De brevitate vitae, il tempo può essere sprecato futilmente e consumato in fretta, oppure essere perfettamente sufficiente, nel caso venga utilizzato per lo studio, la riflessione e il compimento delle “grandi imprese”.”Ciò che afferma Seneca, in un certo senso, lo constatiamo ogni giorno.
Si provi infatti ad immaginare la medesima quantità di tempo, un minuto, trascorso in 2 modi totalmente opposti:
1) ascoltando bella musica;
2) avvertendo una forte scossa di terremoto.
Probabilmente nel primo caso il tempo sembrerà volare via in un attimo, mentre nel secondo caso alla nostra mente sembrerà che quel minuto non finisca mai.
Il tema”Tempo”, inoltre, ha ispirato ai partecipanti al Carnevale contributi veramente spettacolari. Racconti, poesie, saggi tutti intriganti e soprattutto sorprendenti.
Non mi credete? Provate a leggere queste poche righe tratte dal racconto di Leonardo: non ditemi che non vorreste sapere come andrà a finire!
Il buio prese il sopravvento.
I professori gridarono di mantenere la calma e di rimanere tutti uniti, ma Giovanni non aveva dato ascolto alle indicazioni dei suoi insegnanti.
Gli era parso di vedere una strana luce provenire alla sua destra, una luce che aveva completamente catturato la sua attenzione e di cui nessun altro si era accorto...”
Voglio lasciarvi qui, insinuandovi però, questo aristotelico dubbio:
Il tempo appartiene alla categoria di ciò che esiste o a quella di ciò che non esiste?