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Linee che sembrano sfuggire la silhouette. Morbide, abbondanti, over. Sembrano essere uscite dall'armadio di lui. Capi rubati in una fredda e assonnata mattina d'inverno, lasciando dietro di sè le consuetudini riguardanti le regole sulle proporzioni.
L'oversize nasce nei ruggenti anni Venti, per contrapporsi alle esili figure femminili. E' l'esaltazione dello chic, che elimina la percezione sexy creata da tutto ciò che solitamente delinea le curve. Un vero e proprio genere architettonico, alimentato dallo stile Decò dominante quegli anni. Da allora ha attraversato i decenni evolvendosi, trasformandosi e adattandosi. Meravigliosamente couture nei '30, geometrico nei '60, futuristico nei '70, destrutturato nei '90.
Numerosi gli stilisti che si sono cimentati nella "costruzione" di nuove linee che danno volume in punti insoliti, immaginando e poi ideando nuove proporzioni del corpo, generando meraviglia e di conseguenza nuove tendenze moda.
Si passa così dalla più semplice forma ad uovo a tutte le declinazioni del maxi.
Gli studi sartoriali sono stati applicati ad ogni capo d'abbigliamento (basta pensare ad esempio ai capi spalla in vigore negli anni '80) spingendosi fino alla progettazione di accessori paradossali dai volumi improbabili.
Questa stagione l'attenzione è tutta rivolta ai cappotti, che si prestano a ad essere indossati come in origine, per contrasto con skinny pant oppure giocando con le lunghezze. Outfit confortevoli e disinvolti che possono dare risultati molto diversi se indossati di giorno, di sera o semplicemente puntando sul colore.
Via libera a giochi di sovrapposizioni che esaltano la femminilità, in favore di un gusto, finalmente più elegante e raffinato.
Valentina Ciotola photo credits
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