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è tempo di ricominciare a usare le mani

Da Guchippai
è tempo di ricominciare a usare le manida che ho l'età della ragione, ho sempre trafficato. da bambina facevo i vestiti alle bambole, lavoravo all'uncinetto e ricamavo a punto croce; in seguito ho imparato a lavorare ai ferri, perfezionato il punto croce, tentato esperimenti di cucito e decoupage, e soprattutto lavorato moltissimo con carta e cartoncino, materiali che più di tutti mi piacciono. ho passato periodi in cui non ho fatto altro che lavorare; penso per esempio a quando facevo ricami e biglietti per i mercatini o su commissione, anche se la gran parte della mia produzione è andata agli amici o me la sono tenuta per me. mica che mi avrebbe fatto schifo guadagnarci qualcosa, però si vede che manca qualche tassello e ormai mi frega quasi niente di scoprire qual è, perchè di per sè il gusto del fare è superiore a tutto il resto. fatta questa premessa, devo però dire che sono più di due anni che praticamente non muovo un dito, se non per scrivere sulla tastiera del computer. tranne eccezioni (un paio di biglietti ricamati per delle occasioni importanti, alcuni esperimenti di collages, un quadro per un concorso e i soliti biglietti natalizi) non ho prodotto più nulla. il motivo non è che passo tutto il tempo al computer; sono in diverse faccende affaccendata, ma non creo più. due giorni fa però mi sono dedicata con gusto al rivestimento di due macchinette fotografiche usa-e-getta comprate l'anno scorso e non ancora usate perchè fondamentalmente mi facevano schifo, visto che quando ci si abitua a maneggiare certi pezzi vintage di una figaggine incredibile, un rozzo di plastica infilato dentro a un orribile cartoncino prestampato fa ribrezzo. perciò ho voluto tentare l'esperimento di fare a queste macchinette un vestito nuovo e mi sono divertita da matti, tanto che mi è tornata la voglia di fare e che mi sono anche chiesta come mai per tanto tempo non ho fatto. io credo che questi due e passa anni per me siano stati una sorta di sciopero permanente contro la vita; ho infatti disertato anche altre cose, oltre al bricolage. le cose che mi sono successe mi hanno portata ad accasciarmi, come se mi fossi convinta che non valeva la pena di fare più nulla perchè, che si faccia bene o che si faccia male, le camionate di merda arrivano sempre e comunque. il che naturalmente è vero, tuttavia accasciarsi non è proprio la maniera giusta di reagire. insomma, se da un lato sono andata molto in giro per mostre, concerti e fotografie, dall'altro ho accantonato una dimensione che per me è sempre stata molto importante. chissà perchè... forse la sentivo come troppo legata al passato, a quando credevo ingenuamente che, comportandomi bene, sarebbe anche andato tutto bene. a questo proposito, non mi dovrei mai dimenticare di questo detto. quindi non so, ma ho come l'impressione che sia finita. effettivamente uno dei muri è stato abbattuto, resta l'altro, che però è ancora più incontrollabile e lontano dalla mia volontà, ma proprio per questo non ha senso che mi ci arrovelli perchè per il momento non ci posso proprio fare niente. è tempo di tornare a fare le cose che mi piacciono, anche se non servono a niente.

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