Propaganda elettorale per le presidenziali del 2012
Mercoledì 29 gennaio il presidente serbo Tomislav Nikolic ha annunciato ufficialmente le elezioni politiche anticipate per il prossimo 16 marzo. Il presidente ha accolto la richiesta dei vertici del suo partito, il Partito serbo del progresso, il cui leader, l'attuale potente vicepremier Aleksandar Vucic, secondo molti analisti punta a capitalizzare il consenso venuto dall'avvio dei negoziati per l'adesione all'Unione Europea. Favorevole alle elezioni anche il Partito socialista dell premier Ivica Dacic, che da mesi conduce una dura lotta contro Vucic e le sue iniziative contro la corruzione. D'accordo anche il liberaldemocratico Cedomir Jovanovic, da sempre europeista e favorevole all'indipendenza del Kosovo.Di Marina SikoraDa lungo si ipotizzava, poi ultimamente sempre piu’ forti gli annunci, ormai e’ definitivo, la Serbia avra’ le elezioni anticipate. Ultime tappe che hanno condotto a questa decisione sono state le dimissioni del ministro dell’economia Saša Radulović a causa, come comunicato dal suo ministero, della mancanza di volonta’ politica a condurre le riforme economiche. Ma i media serbi scrivevano da tempo di un conflitto tra il vicepremier Aleksandar Vučić e il ministro Radulović. Poi, sabato scorso, all’assemblea straordinaria del Partito Serbo del Progresso, il vicepremier Aleksandar Vučić e’ stato riconfermato presidente del partito e in questa occasione ha proposto subito le elezioni anticipate, ovvero come ha detto di “verificare la volonta’ del popolo”. La proposta di Vučić e’ stata accolta il giorno dopo all’unanimita’ alla riunione della presidenza del suo partito. Le elezioni anticipate si svolgeranno il prossimo 16 marzo e Vučić ha espresso speranza che i cittadini della Serbia affideranno il pieno mandato al Partito Serbo del Progresso. “La nostra volonta’ (per le elezioni anticipate) e’ sollecitata dal fatto che noi crediamo che la Serbia puo’ andare piu’ veloce e meglio e che i cambiamenti non possono aspettare. Non abbiamo nemmeno un secondo da perdere perche’ la gente vive male, i giovani non hanno lavoro” ha affermato Vučić valutando pero’ che il governo della Serbia ha fatto molte cose buone, quali la lotta alla criminalita’ organizzata e corruzione ed i negoziati di adesione all’Ue.
Parlando dell’attuale partner di coalizione, Vučić ha detto che non potrebbe mai dire che Ivica Dačić non sia stato un buon premier ma ci sono stati certi limiti e l’umore nella societa’ ha ostacolato di andare avanti e piu’ velocemente nelle riforme. Vučić ha confermato quanto riportato dai media, che Dačić gli avrebbe offerto di essere premier senza andare al voto ma Vučić afferma di averlo rifiutato preferirendo di ottenere la fiducia dei cittadini alle prossime elezioni. Non ha voluto esprimersi sulle possibili coalizioni ma ha osservato che nel caso di ottenere l’incarico a premier e’ sua intenzione “unire piu’ gente possibile” a fin di risolvere i problemi che si sono accumulati in Serbia. Rispetta la posizione del SNS e senza esitazioni ritiene che la soluzione migliore sono le elezioni parlamentari anticipate per dare una nuova legittimita’ al governo di guidare il Paese, questa la risposta ufficiale del premier uscente e presidente del Partito Socialista della Serbia, Ivica Dačić il quale aggiunge che bisogna fare il massimo affinche’ le elezioni anticipate non mettano a repentaglio le riforme in Serbia, i negoziati di adesione all’Ue e il dialogo con il Kosovo. Secondo le sue valutazioni, nei 18 mesi del suo mandato il governo ha lavorato bene. Dačić ha aggiunto che nemmeno per il Partito Socialista non ci sono timori perche’ “e’ un buon momento” per recarsi alle urne.
Nessun dubbio che colui che spesso viene nominato l’uomo piu’ forte in Serbia, Aleksandar Vučić, vicepremier uscente, punta sulla vittoria e sull’incarico a premier. Come riportato dal quotidiano di Belgrado ‘Blic’, a proposito delle prossime elezioni anticipate, l’agenzia di stampa tedesca, DPA, rileva che Vučić, nella sua ricca carriera politica ha avuto cambiamenti incredibili. Questo politico quarantenne, ricorda DPA, ha iniziato come giornalista del lider serbo bosniaco Radovan Karadžić, accusato dal Tribunale dell’Aja che giudica i crimini commessi in ex Jugoslavia. Poi e’ stato segretario generale degli ultranazionalisti radicali serbi di Vojislav Šešelj, altrettanto sotto processo all’Aja. E’ stato nominato ministro di informazione da parte di Slobodan Milošević mentre negli ultimi tre anni, questo giurista si e’ distanziato dagli estremisti e oggi in quanto presidente del Partito Serbo del Progresso si impegnna per i valori europei grazie ai quali e’ stato raggiunto l’accordo tra Belgrado e Priština. Si dice essere altrettanto impegnato nella lotta contro la corruzione e criminalita’ organizzata. Ma come osserva l’agenzia di stampa tedesca i suoi critici non gli credono e affermano che Vučić e’ intenzionato soltanto a rafforzare il proprio potere.
Anche il Partito Liberaldemocratico guidato da Čedomir Jovanović si dice pronto per le annunciate elezioni anticipate. LDP afferma che e’ arrivato il momento per cambiamenti concreti che adesso sono soffocati a causa di una politica di stato sbagliata. In un comunicato rilasciato in occasione della proposta del lider del Partito Serbo del Progresso, Aleksandar Vučić a favore delle elezioni anticipate, LDP rileva che l’attuale governo merita un riconoscimento per l’Accordo di Bruxelles raggiunto con Priština ma adesso e’ arrivato il momento per un esecutivo diverso, capace di guidare anche gli altri e per delle riforme molto piu’ approfondite. LDP si dice convinto del proprio successo alle prossime elezioni e con questo affermano si concludera’ una coalizione governativa senza successo in cui Ivica Dačić non e’ stato premier e tutto il potere scorreva o veniva consegnato a Vučić, portando il Paese in una posizione insostenibile. I liberaldemocratici serbi sostengono che la Serbia ha bisogno di istituzioni piu’ forti che non dipenderanno da un solo partito e di riforme che non avranno dei ritardi a causa delle debolezze dell’esecutivo.
Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 30 gennaio a Radio Radicale.