E’ L’ALTRA BRUTTA FACCIA DELLO SPECCHIO BERLUSCONIANO
Si sa che la lega non vuole festeggiare il 17 marzo, giornata del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia,
Sono mesi e mesi che i legaioli vanno blaterando in tal senso, perché non possiamo permettercelo. Siamo in piena crisi economica siamo il paese che ha il primo debito pubblico europeo ed il terzo a livello mondiale.
E’ pura follia dicono i legaioli importanti, celebrare un giorno di festa. Non ci si può fermare per un giorno perché la gente potrebbe fare il ponte e quindi le industrie ci perderebbero moltissimo.
Ma è tutta una sapiente commedia.
Quando c’è da istituire una festa per la Regione Lombardia, va tutto bene, anzi, si sceglie la data del 29 maggio, così si può fare il ponte col 2 giugno.
Di conseguenza ci dimostrano che la Regione Lombardia non fa parte del paese che ha il primo debito europeo e che hanno già deciso che la padania si è secessionata definitivamente e va per conto suo.
C’è la crisi economica, è vero, abbiamo dei debiti pazzeschi, o meglio li ha l’Italia, non la padania, altrimenti perché sprecare 400 milioni di euro, e far votare, in date diverse, le elezioni amministrative ed i referendum?
Maroni e soci si augurano che i referendum non raggiungano il quorum. Uno riguarda la privatizzazione dell’acqua, problema estraneo alla lega, l’altro il legittimo impedimento del premier, cui la lega, invece, tiene moltissimo, perchè campa attaccata a Berlusconi. Quindi occorre boicottarli. E la Lega si trova nella posizione ideale per dettare legge in merito.
A volte si ironizza sulla Lega, sulla ignoranza della sua gente, sulla sua poca considerazione dello Stato italiano, ma invece dovremmo prenderli più seriamente.
Non hanno bisogno di andare in Tv a farsi propaganda, non ci sono quasi mai nelle trasmissioni di approfondimento politico, a parte il solito Castelli, non serve la tv, loro lavorano davvero sul territorio e conquistano voti, casa per casa, bar per bar, piazzetta per piazzetta.
Un esempio di come e quanto lavorano ci viene dal sindaco leghista di Polosco, un comune del bergamasco. Questo sindaco, Massimo Pinetti, aveva emanato una delibera in cui stabiliva l’esclusione della cittadimanza per chi non avesse raggiunto “un reddito annuo di importo superiore al limite minimo previsto per l’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria”. Circa 5.000 euro.
In sostanza, secondo il sindaco Pinetti, chiunque avesse guadagnato meno di quella cifra non avrebbe potuto chiedere di far parte della sua comunità.
A sollevare il caso è stato il solito extra, stavolta un pachistano, che ha impugnato la delibera di fronte al tribunale di Bergamo, aiutato dalla Cgil ed ha vinto la causa.
Tra le numerose pieghe della lega che amministra il territorio, ci sono queste perle discriminatorie, che però alla “gente del posto” piacciono e fanno proseliti, fanno voti nelle urne.
Per questo non si può sottovalutare il fenomeno leghista. Bossi è il leader meno “carismatico” che ci sia, tra i partiti politici, non riesce a parlare bene, è invalido, è scurrile nei modi e nelle parole, ma ha saldamente in mano il timone a Roma, tanto che tiene per le palle Berlusconi.
Questa posizione gli sta comodissima, può sparare cazzate, fare familismo spudorato, e farsi regalare per i suoi fedelissimi, un sacco di incarichi, sia locali che governativi o amministrativi di enti importanti.
Per esempio adesso sta mirando alle sedie più alte di Finmeccanica, delle Poste e dell’Enel. Li otterrà. Come otterrà il federalismo alla legaiola, che sarà la bandiera da mettere sulla torta padana, insieme alle ronde.
Li otterrà, perchè appoggerà la controriforma belusconiana della giustizia. Lo farà senza pensarci e senza porsi problemi per il paese.
Se continuiamo a sottovalutare questo fenomeno leghista o a ironizzarci sopra, ci accorgeremo, troppo tardi, che ci ha legato le viscere e ci sta strozzando, perchè diffonde l’egoismo, l’insicurezza ed il menefreghismo verso chi sta peggio. Sostanzialmente distrugge, poco alla volta, lo stato sociale del paese. E’ l’altra brutta faccia dello specchio berlusconiano.