Passo molta parte della mia giornata a dire così alla maggior parte della gente che incrocio quando sto con l'Uno.
Vi spiego come è andata.
L'Uno ha sempre avuto dei bei capelli. Tanti. (E per me che ne ho due, non è da poco). E biondi. Ma quel biondo che si placa d'inverno e s'accende in estate. Sembra che i raggi gli si poggino in testa così, a caso.
Dunque tagliarli con il rasoio no. Non ce la potevo fare.
Intorno ai sei anni gli ho detto: "Ma perché non li teniamo un po' più lunghi?".
Non l'avessi mai fatto.
Non li ha più voluti tagliare.
E ora ha quasi otto anni.
I maestri lo hanno costretto al codino a scuola. Ed è stata dura. Perché per lui coda = bambina.
Guarda con sufficienza chi (tutti) gli dice che pare una bambina. Ma per fargli accettare la coda c'è voluto un mese.
Le maestre lo hanno aiutato. Al primo che ha osato prenderlo in giro, una l'ha ripreso in modo deciso e l'altra ha detto che anche suo figlio ha i capelli lunghi, e allora? E il silenzio che a quel punto è calato è stato rotto solo dal rumore delle cicale. E lui si è sentito protetto. Tant'è che la coda sì, ma solo a scuola.
Cosa penso io?
Penso che una tagliata non ci starebbe male. Penso anche che per avere otto anni, il figliolo è sicuro di sé, o perlomeno non gliene importa una cippa di quello che pensano gli altri. E questo nella vita aiuta.
Ma se continuerà ad opporsi nel taglio dei capelli, noi lo costringeremo a cambiare idea?
E' questa più che altro la domanda che mi assilla. E' giusto fargli cambiare idea, trovare lo stratagemma per fargli tagliare i capelli solo perché... perché? Non so.
Forse è il suo modo per sentirsi diverso ed essere riconosciuto. Ma questo forse non è una brutta cosa, no?
E' sereno in quel cammino. E noi cerchiamo al meglio di rispettarlo.