Arborescenze e glitch, bioritmi e drone. Così Fabio Perletta (Øe) ci presenta Hanami, serie, è il caso di dire, sbocciata nei giardini di Arboretum. L’etichetta è degli italiani Marco Berardi e Andrea Familari, di stanza presso la Berlino – a sentire dai due dischi firmati Drøp e Mogano – in orbita Stroboscopic Artefacts, la creatura di un altro italiano, Luca “Lucy” Mortellaro. Non fa strano quindi che, nel frattempo, il nome – e il “dancefloor impegnato” – dei Dadub (altri due esuli del Bel Paese in terra tedesca) rimbalzi da una parte all’altra di queste due realtà (nel caso di Arboretum si è trattato di un remix contenuto in Vasundhara).
È come se sullo stesso suolo battezzato dalla allora Basic Channel, qualcuno, dopo aver contato i passi, si fosse fermato a riprendere fiato. “Potranno tagliare (o calpestare) tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera”, con buona pace di chiunque continui a ripetere che le mezze stagioni non esistono più. D’altronde Hanami può significare “ammirare i fiori” ma per la proprietà transitiva può anche stare per “contemplare la natura”.
Difficile dire se quelle di Unseed siano trame impalpabili o astrazioni auree, tant’è che si possono respirare e ascoltare al tempo stesso, e sappiamo che ascoltare un lavoro di Perletta non è facile come sembra, eppure non mi pare troppo azzardato definirlo una fotosintesi elettronica il cui unico “beat” è quello circadiano.
Tracklist
01. Winter Awakening
02. Freezing, Light Beam
03. Charm, Hanami
04. Uncertainty, Green
05. Creation, Breath
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