Ah beh, belli i tempi in cui il venerdì sera il telefono era come una hot line, tra messaggi e chiamate per pianificare la serata. E non c'era whatsapp o Facebook e ci voleva tempo a mettere in piedi un programma che poi inevitabilmente cambiava e.... migliorava!
Poi, rimani incinta.
All'inizio molte telefonate, ancora puoi uscire ma quando inizi a chiedere solidarietà per evitare i locali fumosi, poi i ristoranti messicani, infine chiedere di poter finire la serata verso le 22... ecco che ti ritrovi a chiamarti da sola per controllare se il cellulare funziona ancora.
Ma oramai sei anche presa da altre cose, la casa, il lavoro, leggere,le visite mediche e manco ti accorgi di essere di nove mesi e poi madre. Tutto va veramente veloce per chiedersi dove siano finiti tutti.
In questi giorni torna alla carica il gingle dell'anno, dove andare a capodanno.
Vi giuro che anni fa sta cosa non mi faceva dormire due giorni.
Ora la risposta la sappiamo vero?
A dire il vero l'ultima mia notte di capodanno destroyer risale a un bel po' di tempo fa, tipo che manco vivevo in Spagna, è troppo scontato spaccarsi a capodanno, infatti ultimamente nell'era pre-marchesca ho passato la mezzanotte
- Dormendo
- In una sauna fatta a mano fumando ehm... quella cosa
- in un ritiro buddhista.
Ma dicevamo: gli amici in tutto questo? Bueno, devo dire che oggi stavo ripassando la rubrica del telefono e non mi ricordo proprio chi siano una trentina di nomi eh...
Ho provato a dividere le conoscenze più o meno fisse in categorie : allora quelli dell'università e del primo gruppo di batukada dove ho suonato sono proprio spariti dal radar poco dopo aver annunciato la gravidanza,poca perdita, è anche vero che non erano esattamente la spalla su cui piangere e non ricordo di aver mai parlato di politica con loro. Altri invece hanno resistito fino alla nascita di Marc e anzi mi hanno vista in piena azione party girl e non mancavano mai di adattare un viaggio, una cena, una festa purché non me la perdessi. Good people.
Ci si ribecca in giro a volte, coincidiamo ad eventi teatrali, presentazioni o mi vengono a trovare in negozio.
Poi ci sono quelli -santi subito - che oltre a non essere mai spariti, sono cotti innamorati di Marc e mi chiedono espressamente che lui ci sia sempre adattandosi di volta in volta ai suoi ritmi, o vengono fino a casa o si prestano ad andare in birreria alle sette di sera, in ludoteca, al parco o mettono a disposizione i loro vecchi giochi, pur di vederci. Non propongono aperitivi nei posti più inculati della città dove non arrivi se non dopo 3 quarti d'ora di macchina e quando arrivi stai sulla porta però è troppo fashion (successo eh, a Milano zona Navigli, roba da denuncia di Marc a me per maltrattamenti, non sapevo dove ci stavamo ficcando,Raul è ancora incazzato) sono amiche che rinunciano ad un sabato di shopping per vedersi al parchetto, nel recinto 0-3 anni.
Esiste poi un'altra categoria, fatalità,strettamente collegata alla prima. Quelli che ritornano quando aspettano un figlio.
Tiè, qua ti volevo.
Adesso che sperimenti sulla tua pelle l'esclusione sociale.
Solo che io non essendo una tipa vendicativa, alla fine accetto tutti e alcuni sono diventati quelli che frequento più spesso.
Come cambia la genitorialità!
Me lo raccontassero, non ci crederei come son cambiati alcuni di loro, che stavano a distanza di sicurezza manco fossi contagiosa!
Tra l'altro cosa che devo fare, è chiedere perché sono tornati, quando mi stupisco poi che si ricordino di me, dopo più di due anni....misteri.
E quindi sì, passeremo capodanno così, con amici con e senza figli, e l'unico cruccio sarà : casa nostra o casa vostra?
Vi auguro di passare un buon capodanno!
Non aspettatevi molto da me, gli auguri che scoppiano di entusiasmo mi imbarazzano, alcuni sembrano delle prese per i fondelli, spero solo che il 2014 sia un anno di vera giustizia sociale, etica, umana, sana, ecologica, libertaria e soprattutto felice.
( Sempre lo stesso augurio dal 2004, questo dovrebbe farci riflettere)
Feliz vida, pura vida!