Ha preso il via a Rio de Janeiro il summit mondiale dedicato all’ambiente.
Si chiama così: Rio +20, perchè 20 sono gli anni passati dall’Earth Summit che lanciò la sfida ambientale.
Ovviamente i temi caldi riguardano la lotta al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici con particolare attenzione alla temperatura del pianeta. Stop al riscaldamento della terra in modo che la temperatura non subisca un aumento che vada oltre i 2 gradi a fine secolo.
Sono molte le manifestazioni degli ambientalisti che sperano si possa fare qualcosa, ma sono sfiduciati dalla poca attenzione che i governi prestano alle politiche ambientali.
La notizia positiva è che si parlerà di green economy, un’economia che possa svilupparsi in maniera sostenibile.
Se ne parla tanto e spesso… ma cos’è la sostenibilità?
Il termine trae la sua origine dall’ecologia, dove indica la capacità di un ecosistema di mantenere processi ecologici, fini, biodiversità e produttività nel futuro.
Perché un processo sia sostenibile esso deve utilizzare le risorse naturali ad un ritmo tale che esse possano essere rigenerate naturalmente. (fonte wikipedia)
E noi siamo sostenibili?
Un’indagine condotta dal gruppo di ricerca dell’Università Iulm di Milano, in collaborazione con gli atenei di Catania e di Palermo ha studiato il rapporto tra i giovani (dai 18 ai 30 anni) e la sostenibilità.
Ciò che ne esce non è incoraggiante…
Quali sono i risultati?
Dalla ricerca emerge che i giovani non solo non comprendono veramente quali siano le vere azioni per tutelare il pianeta, ma si rivelano anche incoerenti, dichiarandosi sostenibili per poi agire, nella vita di tutti i giorni, in maniera contraria.
Secondo i ricercatori questo sarebbe dovuto ad un vuoto culturale ed a un’azione non mirata e approfondita dei media che trattano l’argomento ambiente in modo troppo superficiale.
Poca informazione?
I ragazzi più in linea con i valori sostenibili cercano le informazioni che riguardano la sostenibilità su internet. Anche se è difficile liberarsi dall’impronta lasciata dalla tv. Per l’educazione ambientale, è la famiglia che gioca un ruolo determinante. Infatti, i ragazzi più orientati ai comportamenti sostenibili, dal consumo di cibi a chilometro zero a spegnere la luce quando non necessaria, hanno imparato l’importanza di queste azioni in ambito domestico.
Ne abbiamo parlato spesso. I comportamenti si imparano dai nostri genitori, dalla scuola, dal contatto con gli altri.
Il punto di partenza c’è e sono convinta che una coscienza ambientale forte si sia sviluppata negli ultimi anni.
Sta a noi crescere i nostri figli nel rispetto del Pianeta e di ciò che ci circonda. E l’impegno deve essere forte e costante ogni giorno, nei piccoli gesti quotidiani.
Possiamo farlo! Insieme siamo più forti!