East Forum 2010 alla LUISS.

Creato il 21 luglio 2010 da Daniele7

east forum 2010

Giovedì 8 luglio nell’Aula Chiesa dell’Università Luiss Guido Carli si è parlato di futuro. Progetti, idee, propositi, l’obiettivo uno solo: sviluppo sostenibile; gli approcci e i punti di vista tanti e diversi. L’occasione è stata la quinta edizione dell’East Forum dal titolo “Ripensare il presente per disegnare il futuro: la scelta della sostenibilità” organizzato dal Gruppo UniCredit con la collaborazione della rivista di cultura, politica ed economia internazionale “east”. Ospiti autorevolissimi, gestiti e moderati magistralmente dalla bella e brava conduttrice televisiva Myrta Merlino (Effetto domino, La7), hanno espresso le loro opinioni. Non molti i giovani, peccato. Ancora manca l’arroganza di prendere  in mano le redini del nostro futuro, di nuovo dico peccato. Durante il forum gli adulti hanno ribadito più volte che dovrebbero coinvolgerci di più, che probabilmente se la cantano e se la suonano tra di loro lasciandoci troppo in disparte, che dovrebbero lavorare “con noi e non per noi”: un bel gesto di avvicinamento, una bella mano tesa e pronta per l’uso verso di noi: i giovani.

La discussione  tra una pausa caffè e una pausa pranzo,  ha trattato molti aspetti:

Primo: la disuguaglianza sociale impedisce di rendere la sostenibilità un bisogno comune; questo è il primo grande scoglio e nel suo superamento, troviamo un valido strumento alla nostra causa,  ma anche il raggiungimento di uno dei tanti obiettivi della sostenibilità.

Con questa riflessione Jean Paul Fotoussi, Presidente  dell’Observatoire Français  des Conjonctures Economiques, ha inaugurato la giornata.

Diciamocelo, preoccuparsi di sviluppo sostenibile è roba da ricchi, è roba da paesi già più o meno democratici, di paesi già con un livello di alfabetizzazione alto. La disuguaglianza in termini economici ma  anche in termini di diritto alla salute, di diritto allo studio, non può essere la condizione che predispone ad un cammino comune verso la sostenibilità, la sintonia tra i  passi di ogni individuo lungo il percorso è il primo strumento di cui avvalersi, ma per sincronizzarci è necessario che tutti abbiano scarpe comode, acqua e cibo per rinforzarsi, conoscenza per intuire la strada giusta.

L’onorevole Piero Fassino ha steso il canovaccio di una tematica importate che è stata ben accolta da tutti gli attori in scena e cioè la necessità di avere governance internazionali in grado di prendere decisioni globali, ma affinché questo succeda  è necessario che gli stati facciano scelte che guardino al di là dei propri confini nazionali. Oggi le grandi difficoltà nel seguire linee comuni in materia di ambiente ed economia , e i molti insuccessi come quello di Copenhagen, sono la  dimostrazione della mancanza sia di una visione comune, sia della condivisione di metodi e strategia, e allora è necessario forse riconsiderare le strutture e poteri  di questi organi, altrimenti  l’egoismo degli stati non lascerà mai spazio alle scelte globali.

Il Presidente dell’Istat Enrico Giovannini ha ricordato i meriti del PIL, ma anche la necessità di individuare nuovi indici che valutino il benessere secondo il grado istruzione, di occupazione, di salute, e delle relazioni sociali.

Il sindaco Alemanno ha auspicato un modello di consumo di qualità  anziché di quantità, e poi ha continuato illustrandoci i progetti in cantiere per Roma capitale e sostenibile; certamente la testimonianza autorevole e anche molto divertente di Jaime Lerner ex sindaco/architetto di Curitiba, potrà certamente dare innumerevoli spunti da cui incominciare o proseguire.

E poi ancora si è continuato sul ruolo dell’Europa che non potrà esserci se  prima non ci sono gli Europei, sulla necessità di sradicare la corruzione negli stati per favorirne gli investimenti da parte di terzi, sulla trasparenza dei conti per vigilare sempre la qualità delle spese, sulla salvaguardia della salute del nostro pianeta, affinché le altre componenti possano realizzarsi.

Un estratto del film il “Il Monello”di Charlie Chaplin ci ha ricordato quanto acuto può essere lo sguardo degli artisti “che avendo la pelle più sottile”, devono essere gli occhi lungimiranti della nostra società, e percepire prima di tutti gli scenari che ci attendono, contribuendo insieme ai mezzi di comunicazione e al sistema educativo, a costruire  un contesto culturale a cui riferire la sfida sostenibile, perché senza di esso ogni gesto e iniziativa rimane fine a se stessa, senza collante tra i tasselli.

Insomma un fiume di utile strumenti e un appello per tutti, ad assumersi il proprio ruolo e le proprie responsabilità.

Infine l’esortazione espressa dai ragazzi dell’associazione studentesca Luiss Sostenibile (http://www.luissostenibile.it/), a  concretizzare le iniziative, e a non lasciare che  tutto si riduca  a grossi paroloni di moda, a puntare sulla formazione e sull’educazione con nuove discipline più consone alla sfida che ci attende.

Insomma se ne parla, è questo è un passo avanti ma si sa tra dire e il fare c’è di mezzo il mare, e in questo periodo anche la marea nera….quindi ora più di prima diamoci da fare!


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