
Ovvio che l'apertura di Eataly allo Smeraldo di Milano avrebbe mosso, oltre ai comprensibili apprezzamenti, le solite critiche fastidiose come la sabbia nelle mutande:
Si, ok il made in italy, la tradizione, ma lo Smeraldo?Celentano ha detto che non gli piace e io son con luiSi, va bene lo slow food ma è troppo caroPromuovono i prodotti che voglionoHanno sfruttato gli operaiEataly è politicizzatoFarinetti è Lord Voldemort


Ok, allora non compriamo più da Zara o Mango che producono in chissà quale desolata regione dell'oriente, non alimentiamoci più comprando il cibo in nessuna grande distribuzione, non guardiamo più Mediaset che è di Berlusconi, aboliamo il calcio e buttiamo tutti i nostri iPhone che quelli della Apple sfruttano i lavoratori.Andiamo tutti in Islanda ad alimentarci di acqua di sorgente, muschi & licheni, vestiti di sola juta grezza inneggiando all'amore cosmico.Senza molti pregiudizi e paranoie mentali, noi ci siamo state -potevamo mancare una visita al nuovo tempio dello slow food milanese?- e ci è piaciuto.Eataly a Milano sorge sulle ceneri del glorioso teatro Smeraldo in Piazza Cinque Giornate, sono tre piani, al limite del pornografico, della migliore produzione di food&wine italiana.All’interno dello store (vi consigliamo di non entrarci con una fame ancestrale o rischierete di impazzire) si alternano settori alimentari specifici e corner/ristoranti e il tutto è così strutturato:
Al piano terra: al centro campeggia" il mercatino" della frutta e della verdura, assolutamente ben presentata ed invitante.Alle sue spalle la zona dedicata alle farine, riso, pasta e derivati.In questo piano troverete Lavazza con il suo caffe ecosostenibile, la piadineria dei fratelli Maioli, la gelateria Alpina di Lait, un gelato fatto con latte d'alpeggio -buonissimo, lo abbiamo ciccionato fiordilatte con pistacchi di Bronte- pizza, pane con farine del Mulino Marino, il cioccolato Venchi con il suo muro a cascata di cioccolata che ogni donna dovrebbe avere in casa per affrontare i momenti di premestruo pesante.Verso l'uscita è presente anche una libreria, una zona dedicata all'oggettistica per la cucina dove sicuramente è possibile acquistare oggetti di importanza vitale quali rigalimoni o mattarelli tagliafettuccine.





Al secondo piano: salumi, formaggi, un soffitto di prosciutti per dire sì al colesterolo, mozzarella prodotta da Miracolo, pasta fresca di ogni genere, la zona macelleria con carne di primissima qualità, rosticceria e area fritti, la pescheria curata da Alice e prodotti tipici locali.Al centro si sviluppa un ampio spazio per la musica, il vero e proprio palco in cui tutti i giorni si esibiscono i musicisti per l'orario dell'aperitivo.





Al terzo piano: un corner Vergnano, l'enoteca, le birre, gli olii italiani, spazi dedicati alla didattica ed il ristorante gourmet "Alice" di Viviana Varese.
Sostanzialmente è un bel posto per: comprare cibo gastrofighetto per pimpare le vostre dispense marziane, prendere quei due chili in pizza fritta e pasta di gragnano, conoscere e comprare nuovi prodotti che la meravigliosa varietà gastronomica italiana ci regala, passare due ore circondate in un posto di gioia e bontà, capire che il detox è follia, vedere vini da €198 a bottiglia e comprendere che pure nel food la povertà è davvero poco chic.








