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EAV 2.0: MATURI I TEMPI PER LA COGESTIONE DEI LAVORATORI - È necessario avviarsi ad adottare un modello di governance duale come accade in Germania

Creato il 25 ottobre 2011 da Ciro_pastore
EAV 2.0: MATURI I TEMPI PER LA COGESTIONE DEI LAVORATORI - È necessario avviarsi ad adottare un modello di governance duale come accade in GermaniaMi pare interessante ritornare nuovamente ad esaminare gli aspetti giuridici/economici della fusione delle tre aziende ferroviarie della Campania. Le nostre aziende si trovano ad affrontare una sfida di grande complessità perché, fra l’altro, devono tentare di contemperare le esigenze dei diversi stakeholders (letteralmente “portatori d’interesse”). Fra questi, rispetto al ruolo sociale svolto dal trasporto pubblico, ci sono sicuramente i lavoratori delle aziende di trasporto che, detto per inciso, ricoprono anche il ruolo indiretto di shareholders, cioè azionisti, in quanto cittadini di questa Regione che possiede le aziende per cui essi stessi lavorano. In un’ultima analisi, noi lavoratori del TPL siamo indirettamente datori di lavoro di noi stessi. Ovviamente, la realtà pratica assume contorni più complessi, visto che il ruolo di mediazione, fra cittadino/azionista e aziende, viene svolto dalla classe politica. Finora, però, la classe politica si è comportata come una sorta di proprietario benevolo che subisce le influenze dei lavoratori attraverso un ulteriore livello di rappresentatività costituito dai sindacati. Credo che siano maturi i tempi per avviare una nuova fase e ricercare una buona governance attraverso una diversa e più diretta partecipazione dei lavoratori. Potremmo, noi lavoratori del TPL, avere un peso realmente significativo nella gestione della nascente EAV 2.0, avviandoci concretamente verso quell’economia sociale di mercato che deve essere il nuovo modello di sviluppo. Si tratta, peraltro, di un modello già sperimentato in altre nazioni, Germania soprattutto, e che non ha connotazioni ideologiche. Si tratta, infatti, di una visione moderna della società che si propone di garantire sia la libertà di mercato che la giustizia sociale, armonizzandole tra loro. L'idea di base è che la piena realizzazione dell'individuo non può avere luogo se non vengono garantite la libera iniziativa, la libertà di impresa, la libertà di mercato e la proprietà privata, ma che queste condizioni, da sole, non garantiscono la realizzazione degli individui (la cosiddetta giustizia sociale) nè la loro integrità psicofisica.
La crisi internazionale che ci attanaglia è la dimostrazione evidente che il “mercato” da solo non basta a regolare l’economia. Le ricette iperliberiste hanno mostrato tutti i loro limiti e pensare di inasprirle ulteriormente, mi pare un’inutile testardaggine. In queste ore, però, si parla nuovamente di liberalizzazione integrale dei servizi pubblici ma molti la confondono con la privatizzazione. Si può avere un mercato libero senza avere privatizzazione. Soprattutto, si potrebbe provare a pensare ad una diversa modalità di governance che tenga conto della maggiore responsabilità sociale che i lavoratori/cittadini hanno acquisito in questi ultimi anni. Non più l’azienda controparte ma l’azienda di cui far parte.
La riforma del diritto societario italiano, peraltro, rende più agevole l’applicazione, anche nel nostro paese, della cosiddettacogestione. Essa rappresenta una forma di democrazia attiva dei lavoratori nei processi decisionali delle aziende. Cogestione è il termine che si riferisce alla partecipazione all’attività gestionale, non solo alla ripartizione dei risultati economici. In Germania, i lavoratori e le rappresentanze sindacali hanno un potere significativo nella gestione delle aziende di maggiori dimensioni. Tale potere si esplica attraverso la partecipazione dei lavoratori nel Consiglio di Sorveglianza (C.d.S.). La caratteristica fondamentale dei membri del C.d.S. è la loro indipendenza, data la loro funzione di controllo sul Consiglio Direttivo. Tale controllo viene effettuato attraverso uno scambio costante di informazioni che il Consiglio Direttivo è tenuto a fornire periodicamente su tutte le operazioni a breve, medio e lungo termine. Questo fa sì che i lavoratori siano sempre al corrente delle decisioni importanti – in quanto organo di sorveglianza - e che possano utilizzare il loro potere di moral suasion per indirizzare le scelte prima che esse siano prese. Nel sistema giuridico italiano, il C.d.S. è, però, prevalentemente un organo a scopo economico. In Germania, invece, il C.d.S. è stato concepito per svolgere anche un ruolo di “giustizia sociale”. Quest'ultima funzione, serve a soddisfare astrattamente un sentimento di giustizia da realizzare tramite la partecipazione dei lavoratori, meno interessanti agli utili degli azionisti. Alla base del sistema dualistico tedesco c’è, quindi, un concetto sociale, espressione di una economia di mercato basata sul sociale che privilegia le decisioni consensuali a scapito del conflitto aperto ma con la evidente finalità di anteporre l’interesse generale della società a quello degli azionisti. Ed a questi principi dovrebbe uniformarsi l’eventuale C.d.S. in EAV 2.0. Come si può facilmente immaginare, passare a queste forme di cogestione potrebbe costituire non solo un decisivo progresso sociale ma eliminerebbe gran parte delle distorsioni che il sistema attuale presenta. Lo strapotere della casta politica, il ricatto morale dei manager, il ruolo distorto dei sindacati sarebbero fattori fortemente depotenziati, se non del tutto annullati, ma soprattutto verrebbero automaticamente ricondotti nel loro alveo naturale di poteri contrapposti e non sovrapposti, così come accade ora.
Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli
http://golf-gentlemenonlyladiesforbidden.blogspot.com/

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