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Eav 2.0: una mappa territoriale e concettuale

Creato il 12 gennaio 2012 da Ciro_pastore
EAV 2.0: UNA MAPPA TERRITORIALE E CONCETTUALELa nuova struttura organizzativa vista come una mappa concettuale
EAV 2.0: UNA MAPPA TERRITORIALE E CONCETTUALEPer uscire dalla pura logica dei “vincitori e vinti”, proviamo a dare un senso ad una struttura organizzativa che, apparentemente, senso non ha

La perfezione non si raggiunge quando non c’è più nulla da aggiungere,ma quando non c’è più nulla da togliereAntoine de Saint-Exupery
Fin dalla notte dei tempi, l’uomo ha provato a rappresentarsi graficamente i luoghi per tramandare ai posteri informazioni. Le prime pitture rupestri, infatti, non erano puro esercizio artistico ma rappresentavano i territori di caccia, e l’annessa fauna, ridotti, con una rappresentazione concettuale semplificata, mediante l’utilizzo di un mezzo di agevole consultazione e di sicura tramandabilità fra le generazioni.
La decrittazione dell’organigramma della nuova EAV (2.0?) non deve essere eseguita soltanto attraverso una semplicistica chiave di lettura territoriale. Sarebbe riduttivo, e finanche pericoloso, accontentarsi di procedere ad una banale “individuazione geografica dei luoghi”. Se si indulgesse nel tentativo di leggere questa mappa ponendo eccessiva attenzione alle modalità di rappresentazione, al dettaglio descrittivo raggiunto, si farebbe un madornale errore. Si dimenticherebbe, colpevolmente, che nessuna mappa è in grado dirappresentare accuratamente elementi che non sono di per se stessi rappresentabili. La complessità di un qualsiasi sistema non può essere “ridotta” in una mappa; anzi, una mappa che pensasse di restituirne la rappresentazione fedele, fallirebbe miseramente nel suo scopo. Una rappresentazione troppo fedele e dettagliata finirebbe per confondere  l’utilizzatore e l’utilità pratica di “mappare il territorio” si rivelerebbe un boomerang. La mappa non è il territorio, così come la fotografia “non è” il soggetto fotografato.
Fatta questa premessa metodologica, la prima considerazione da fare è che il nuovo organigramma (la mappa) non rappresenta fedelmente il territorio (le funzioni assegnate). Non si tratta di un errore dovuto all’incapacità di trasporre graficamente le funzioni. A mio modesto avviso, invece, è la risultante - forse non programmata - di una filosofia organizzativa, magari rozza e crudele, che vede al centro dei flussi organizzativi (in posizione spudoratamente dominante) la DIREZIONE OPERATIVA E LOGISTICA, o meglio, la diarchia di cui parlavo ieri. Riprendendo la metafora del RISIKO!, è come se due giocatori (per ora necessariamente alleati) avessero in mano tutto il continente eurasiatico. Il prossimo responsabile della DIREZIONE FINANZA (ammesso che venga nominato) si accaparra idealmente l’America del Nord, in quanto sostanziale “tutore nominato dalle banche creditrici” e indispensabile procacciatore di risorse finanziarie: una sorta di Gordon Gecko dal film “WALL STREET”. Ricorderete lo squalo dell’alta finanza, no? A tutti gli altri contendenti del RISIKO! non restano che “territori” secondari, privi di fascino e scarsamente dotati di risorse economiche. Perfino i miracolati dell’ultima ora non possono essere fino in fondo contenti: l’inaspettata eredità li rende non solo più ricchi, ma anche più azzannabili.
La diarchia, insediata nella DIREZIONE OPERATIVA, ha fatto sostanzialmente una scommessa su se stessa, fidando sulla propria capacità di raddrizzare una barca che imbarca acqua da troppo tempo per restare a galla se non si tappano le falle rapidamente. In queste ore, molti si leccano le ferite, l’aria è da funerale di terza classe, con annesse prefiche in gramaglie che piangono i mancati salti quadrupli dei propri fidi scudieri. Ma, vedrete, seppure acciaccati e febbricitanti, sapranno rialzarsi e, dopo un congruo periodo di convalescenza, si ripresenteranno nell’arena tutti coalizzati contro un nemico che è sì fortissimo ma che, per la stessa ragione, è anche molto visibile ed impacciato nei movimenti per il dorato sovraccarico di oneri a cui, volontariamente, si è sottoposto.
I diarchi, ovviamente, confidano nelle proprie sconfinate energie, ma dovranno saper dosare abilmente il bastone e la carota, stando ben attenti a dove e quando le “inseriranno”. Certo, quelli che una volta erano fedelissimi servitori sciocchi dei “regnanti” defenestrati si staranno già adoperando per accreditarsi presso la nuova casa regnante. Qualche nobile aristocratico che ha conservato la corona, ma ha perso il regno, magari, tenterà anche un improbabile colpo di coda per provare ad ottenere, se non una impossibile “restaurazione”, quanto meno una decorosa buonuscita.
Un discorso a parte merita la paradossale situazione della duplicazione della Direzione Risorse Umane, che vede da una parte la super corazzata da circa 2100 uomini concentrata nelle mani di uno dei due diarchi e, dall’altra, il piccolo cacciatorpediniere da 300 marinai guidato dalle Risorse Umane. Una duplicazione resa necessaria dall’imminente scorporo del ramo trasporto? Forse sì. Certo, non appare del tutto funzionale oggi ma, magari nel corso dei mesi, scopriremo che la strategia organizzativa non era solo frutto di un forte squilibrio di potere. L’approssimarsi di una dura stagione di relazioni sindacali avvelenate dagli improcrastinabili Contratti di Solidarietà, rende, infatti, indispensabile avere al comando uomini con le “palle d’acciaio” e di lunghissimo pelo sullo stomaco.


Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli
http://golf-gentlemenonlyladiesforbidden.blogspot.com/

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