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EAV: ONORE AI POCHI SUPERSTITI RIQUALIFICANTI - Occorreva tributare tutti gli onori ai circa 20 presenti al corso per capotreno
Creato il 23 luglio 2013 da Ciro_pastoreEAV: ONORE AI POCHI SUPERSTITI RIQUALIFICANTI Occorreva tributare tutti gli onori ai circa 20 presenti al corso per capotreno
Come era ampiamente prevedibile (vedi il mio post di ieri http://lantipaticissimo.blogspot.com/2013/07/question-time-4-riqualificazione-ma.html ), stamattina i presenti al corso per capotreno (si dice) erano meno di 20 persone. A causa di molteplici e preventivabili motivazioni (tutte indubbiamente lecite, peraltro), il corso, infatti, è così forzatamente partito “a ranghi ridotti”.
Più che degli assenti, però, stavolta vorrei parlare dei presenti e di quanto essi debbano, in ogni caso, essere elogiati per il loro stoico comportamento. La loro presenza odierna – pur essendo formalmente doverosa – ha rappresentato un segnale concreto nei confronti delle scelte aziendali che andava, in qualche modo, sottolineato positivamente dalla dirigenza. Sarebbe stato opportuno, pertanto, che stamattina la ventina di “impavidi piccoli eroi normali” avessero trovato ad accoglierli, nelle asettiche ed inverosimilmente “gelide” aule di Pomigliano, qualche alto dirigente aziendale (ad esempio, il Direttore Risorse Umane della Divisione Trasporto?). Occorreva, cioè, una presenza autorevole che evidenziasse l’importanza e la delicatezza del momento, non per solo puro e sterile formalismo. Si sarebbe trattato, invece, di dare risalto ad un’operazione che, partita fra ampi strombazzamenti, alla fine ha - almeno per ora - prodotto un risultato piuttosto modesto in termini numerici (e di conseguenza economici).
Bisogna ricordare, infatti, che si era partiti qualche settimana fa con una lista che comprendeva 116 persone da riqualificare come capitreno (essenzialmente), da destinare alle linee ex Circumvesuviana. Stamattina i “superstiti” erano, come dicevo, meno di venti. Questi superstiti, ai quali è presumibile che a settembre se ne aggiungeranno una decina circa, stamattina si saranno sentiti come le uniche ed inutili vittime sacrificali di una selezione “genetica” che, strada facendo, ha visto perdere, via via, numerosi pezzi. È lecito, allora, che quella “sporca ventina” presente oggi in aula non fosse dell’umore più positivo e collaborativo, avendo tutte le ragioni psicologiche e professionali per immaginare che ai loro danni non era stato messo in atto un duro (ma necessario) processo di riqualificazione, ma che fosse stato praticato, invece, un vero e proprio misfatto, di cui essi sono le uniche incolpevoli vittime.
La presenza autorevole di qualche alto dirigente aziendale avrebbe (anche se solo in parte) potuto mitigare la legittima rabbia e la dilagante sfiducia, manifestate con la prevedibile acredine in questa calda mattina di fine luglio. Occorreva, almeno in extremis, tentare di dare a tutta la OPERAZIONE RIQUALIFICAZIONE un valore altamente simbolico riservando, a chi ne veniva fatto oggetto, tutta la comprensione umana e l’attenzione possibile. La colpevole(?) latitanza, avrà senz’altro ampie giustificazioni organizzative, ma resta il fatto che l’assenza ha pesato – e peserà – negativamente sul prosieguo dell’operazione.
Beninteso, i presenti non sono degli “eroi” in senso tecnico, visto che lo scenario in cui si inserisce la loro pur triste vicenda è quello di una crisi economica internazionale in cui solitamente i lavoratori non vengono ricollocati, ma vengono rapidamente e brutalmente licenziati. Ma nel nostro specialissimo mondo, la “onorata ventina” rappresenta un simbolo positivo che andava pubblicamente encomiato.
Certo, resto convinto che, anche fra quegli “eroi normali”, ci sarà qualcuno/a che continuerà a battersi (con tutti i mezzi) per evitarsi individualmente quello che per i più pare un destino inevitabile ed inesorabile. Ed è proprio la colpevole latitanza dirigenziale odierna che giustifica – almeno parzialmente – la lotta senza limiti di chi non si arrenderà. Ci sarà tra loro, infatti, chi non si è dato ancora per vinto/a e che spera di trovare (da solo/a o con il sostegno di qualche “esperto bipartisan”) l’escamotage giuridico o medico per allontanare definitivamente la minaccia odierna e riconquistarsi la tanto amata scrivania (non una qualsiasi, ma proprio la stessa lasciata ieri). Così come sono andate le cose stamattina, queste persone, ora, sono nel pieno diritto morale (e non solo giuridico) di battersi con qualsiasi mezzo, perfino con quelli ai limiti della liceità, pur di riprendersi quello che (forse) hanno perso.
Ma, se da una parte, tutti possono (oserei dire debbono) provare, fino all’ultimo respiro, a “salvarsi” da un futuro che, peraltro, non si sono scelti; dall’altra, è potere-dovere dell’azienda sostenere ad oltranza le proprie scelte, basandosi sui principi cardine che debbono, pur sempre, restare improntati ad equità e trasparenza.
Sarebbe doppiamente insopportabile, infatti, se dovessimo scoprire (fra qualche mese) che tra i 20 onorabili di stamattina si annidava qualcuno/a che “guidato/a da sapienti ed esperti tutor” si potrà singolarmente affrancare dal proprio destino, magari mediante l’utilizzo di qualche “raffinato e bizantino” strumento giuridico studiato ad arte da chi conosce, da altra più confortevole e pregiata angolazione, tutti gli eventuali “buchi” della procedura.
Insomma, dobbiamo tutti vigilare affinché le pur rispettabili e pienamente giustificate lacrime rabbiose versate stamattina, non siano un furbo diversivo per sviare l’attenzione da oscure manovre individuali che, premiando qualche singolo, finirebbero, a distanza di qualche mese, per tramutare tutti gli altri riqualificati in “cornuti e mazziati”.
Ciro Pastore Il Signore degli Agnelli
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