Ora le due vincenti se la vedranno in finale secca sabato 25 maggio alle ore 16.30 allo Stadio “Enrico Chersoni” di Prato, diretta su Rai Sport 2.
Dopo il SuperClasico Rovigo-Petrarca della prima edizione della Eccellenza nel 2011 e il riequilibrante "tutto fuori dal Veneto" Calvisano -Prato della stagione scorsa, in modo abbastanza inatteso si riconferma la compagine toscana; vi torna una veneta non storica, una che aveva allestito una squadra competitiva ma che aveva dovuto lottare in modo leonino per arrivare ai playoff, dopo un inizio squinternato di campionato. Vedremo se Prato in casa saprà rifarsi della sconfitta in Lombardia Orientale dell'anno scorso, sfruttando l'ultima possibilità prima dell'inevitabile ridimensionamento alle porte (i coach han già firmato col Rovigo, probabilmente non saranno i soli), o se la rincorsa del Mogliano avrà la forza di superare anche l'ultimo scalino.
A guardare le statistiche dovrebbe essere un no-brainer: a parte poter contare sull'unico convocato ai Test Match di giugno di tutta l'Eccellenza, la squadra in casa vanta la miglior difesa del campionato, cosa che conta eccome nel "rugby a nove" che si gioca in Eccellenza, dove i primi due marca-mete assoluti sono terze linee (Padrò di Viadana e Vunisia di Calvisano). I trevigiani invece nelle classifiche sia d'attacco che di difesa, in alto proprio non ci sono, meglio di loro in modo consistente Calvisano e anche Petrarca. Ma i numeri di Mogliano risultano "sporcati" dalla loro inguardabile prima parte di strada fatta.
Un solo risultato per adesso è consolidato: l'allievo supera il maestro, coach Casellato che sarà vice alle Zebre, è arrivato davanti al mercuriale suo prossimo head coach Cavinato, che non aveva certo a disposizione mezzi inferiori ai suoi.
Un altro fatto consolidato è che il numero di partite Eccellenti cresce ma il numero assoluto di spettatori cala, da due stagioni a questa parte. Solo tre squadre - Rovigo, Petrarca e Viadana, nessuna delle quali finalista, due nemmeno ai playoff da due stagioni - può vantare una media spettatori in casa superiore a 1.000. E il SuperClasico tra Petrarca e Rovigo vale da solo il 10% di tutti gli spettatori dell'annata. "C'è la crisi", è la risposta che sorge spontanea, ma è una scusa più che una risposta, un effetto (poco pubblico uguale pochi e avari sponsor) più che una causa.
Le vere cause? Le piazze non competitive, per via del numero di squadre in lizza - in Italia oggi non abbiamo 12x23 = 276 giocatori del livello giusto, stranieri contati; le piazze prive di seguito e tradizioni - non a caso gli spalti "da partita Pro" (tre, quattromila spettatori) si son visti una volta solo a Rovigo e Padova e, quasi, a Viadana. Non per caso o per "volontà politica" ma per una cosa che nelle città e cittadine menzionate conoscono bene e si chiama identità, la provincia profonda francese produce un Pau (85 mila abitanti) vs Brive (50 mila), finale per il secondo posto in ProD2 giocata a 400km di distanza, che stacca 32,000 biglietti.
Con tutti 'sti francesi in giro, possibile che nessuno sia capace di spiegare ai soloni nostrani che la Francia NON è così diversa da noi nelle condizioni di base fuor di rugby, anzi, che il Sud Ouest profondo sarebbe molto più Terni, Grosseto o Benevento che Parma? Finiamola di accampar scuse e chiagnere assistenza, una buona volta.