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Ecclestone ha pagato alcuni team manager per firmare il patto della concordia ’98

Da F1news @F1Newsinfo

Bernie-Ecclestone

La Formula 1 viene scossa da un altro terremoto che rischia di comprometterne la credibilità. Ecclestone nel processo fiscale londinese per le tangenti pagate al banchiere tedesco ha ammesso di aver pagato nel 1998 alcuni team manager per firmare il famoso “patto della concordia” di quegli anni. 

Ecclestone ha definito il pagamento di queste somme come delle “commissioni” pagate direttamente ai team manager, non ai team, per arrivare alla firma del patto. Il patto della concordia, per chi non lo sapesse, è un contratto collettivo che lega squadre di Formula 1, la FOM capeggiata da Ecclestone e la FIA.

Il manager inglese, famoso per le proprie capacità imprenditoriali, ha ammesso di aver versato tre “bustarelle” provenienti dal “conto bambino” da 10 milioni di dollari ciascuna a Eddie Jordan e Alain Prost, all’epoca team manager degli omonimi team e a Tom Walkinshaw, boss del team Arrows. Quel pagamento è servito per arrivare alla firma del Patto del ’98.

Alla luce di queste dichiarazioni si è giunti a capire con quali mezzi Ecclestone è sempre riuscito a tenere unito il giocattolo F1 grazie ad accordi che in fondo in fondo erano e sono sempre a suo favore. I team da sempre hanno lamentato di ricevere la parte più piccola degli incassi che la Formula 1 riesce a generare, solo nell’ultimo Patto appena firmato i tre top team (Ferrari, Red Bull e Mercedes) sono riusciti a spuntare condizioni più favorevoli fino al 2020.

Nell’aula della corte di Londra Ecclestone alla domanda: “Erano versati per assicurarsi le firme a quei contratti, vero?” ha risposto: “Si”.

 


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