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Ecco come hanno ridotto l’Italia i cosiddetti “antifascisti”. Un quadro desolante dell’Italia dal dopoguerra a oggi

Creato il 25 aprile 2012 da Iljester

Ecco come hanno ridotto l’Italia i cosiddetti “antifascisti”. Un quadro desolante dell’Italia dal dopoguerra a oggi

In realtà, questa è un’ideale continuazione del post precedente sul 25 aprile. Infatti, in questo non voglio parlarvi dell’inutile retorica sulla resistenza e l’antifascismo che ci hanno imposto, propinato e inculcato come nelle peggiore dittature, bensì delle aspettative tradite (forse anche consapevolmente) dai cosiddetti “antifascisti”.

Prima di tutto, una considerazione che ha una sua logica. Non esiste al mondo una nazione che festeggi la propria sconfitta in una guerra. Nessuno umilia, né rinnega, né tradisce il suo popolo. Anche nella sconfitta è necessario avere dignità e se pure non sia possibile cancellare un evento storico che non ci arride e che ci umilia (pure a causa nostra), quantomeno mi pare francamente autolesionista ricordarlo di anno in anno.

In secondo luogo, è incontestabile che il Fascismo abbia commesso degli errori, divenendo una dittatura (che ci piaccia o meno, è così), ma un’analisi storica oggettiva che analizzasse il dato storico con sufficiente onestà intellettuale e rigorosa metodologia scientifica (dunque scevra da qualunque approccio ideologico), avrebbe separato con intelligenza il fascismo che ha prodotto progresso, idee rivoluzionarie, innovando la società italiana dell’epoca (e i cui effetti positivi si sentono ancora oggi), dal fascismo che ha invece represso le libertà delle persone.

Mi chiedo invece cosa ci abbia lasciato la cosiddetta Resistenza. A parte il fatto incontestabile che a “liberare” l’Italia sono stati gli Alleati Angloamericani, e non certo i groppuscoli (spesso formati da banditi) che si rifugiavano sulle montagne, a parte questo fatto, guardando l’Italia del dopoguerra fino ai giorni nostri, improntata ai valori dell’antifascismo militante e ideologico (soprattutto di stampo comunista), le uniche cose che riesco a vedere sono:

  • Criminalità organizzata dilagante in tutti i settori della società italiana.
  • Demolizione dell’orgoglio e dell’identità nazionale, considerati rigurgiti fascisti.
  • Alto tasso di corruzione e clientele nella politica e nelle amministrazioni pubbliche.
  • Pressione fiscale alle stelle, a fronte di un livello della spesa pubblica stratosferica.
  • Debito pubblico tra i meno credibili d’Europa.
  • Sovranità limitata. L’Italia non è un paese indipendente e sovrano.
  • Presenza intollerabile di servitù militari straniere.
  • Peso specifico internazionale pari a zero.
  • Possiamo “vantare” il Sindacato comunista più potente d’Europa.
  • Da noi ci sono ancora i comunisti, mentre si sono estinti nel resto d’Europa.
  • Vi è una forte e pericolosa connessione tra poteri economici, finanziari e bancari e i poteri politici. Presenza massiccia delle massonerie.
  • Il livello dei nostri meccanismi democratici è basso (si pensi al fatto che i referendum spesso e volentieri vengono disattesi dalla classe politica) ed utilizzato per fini diversi dall’interesse pubblico.
  • Classe politica che se non è corrotta, è comunque diffusamente inetta, scarsamente meritocratica e volta a tutelare gli interessi particolari dei gruppi di pressione contingenti.
  • Privilegi ingiustificati delle classi di governo, sprechi e sperpero del denaro pubblico a ogni livello.
  • Inefficienza statale e degli enti pubblici.
  • Scarsa se non nulla meritocrazia nell’accesso al lavoro. Istruzione superiore fra le peggiori del mondo.
  • Sottosviluppo dell’Italia meridionale, troppo spesso abbandonata a se stessa o alla criminalità organizzata.
  • Infiltrazioni mafiose in ogni settore sociale, economico e amministrativo.
  • Terrorismo ideologico e ora anche islamico.
  • Appiattimento culturale all’Islam, grazie alle ideologie antifasciste e di sinistra.
  • Immigrazione selvaggia e senza regole.
  • Legislazione caotica, contraddittoria, burocratica e spesso finalizzata a complicare la vita del cittadino.
  • Giustizia terzomondista, lenta e con forti influenze ideologico-politiche.
  • Libertà di stampa e di pensiero tra le peggiori del mondo nella comunità degli stati asseriti democratici, fortemente connivente con le ideologie politiche.

Insomma, a conti fatti se questo è il risultato della cosiddetta “Liberazione” partigiana e dell’antifascismo militante, credo che sia da censurare eticamente e politicamente. La verità è che ci sarà vera Liberazione quando i problemi e i difetti anziesposti scompariranno definitivamente, assieme alla pletora di comunisti, politicanti, affaristi e burocrati che ancora vivono alle nostra spalle o comunque si ridurranno a un livello accettabile.

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Prima di allora non rompete i coglioni con la favola della Liberazione.

di Martino © 2012 Il Jester 


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