Si è conclusa l’assemblea nazionale del mio partito e non c’è statp nessuna dramma, anche sa va detto che la strada è ancora lunga e che anzi si parte da oggi.
Il numero dei componenti dell’assemblea nazionale e di 949 membri per una maggioranza assoluta di 475, ieri c’erano 612 membri.
All’assemblea si è deciso:
- la deroga all’art. 18 dello statuto del partito per lasciar correre anche altri esponenti oltre al segretario.
- Il mandato allo stesso segretario di decidere regole delle primarie e le linee programmatiche comuni con vincoli di lealtà al tavolo della coalizione di centrosinistra. La base su cui discutere delle regole è questa: per votare occorre iscriversi. Si può fare questo fino a 21 giorni prima, ma anche lo stesso giorno del voto. C’è il doppio turno. Non è chiaro se chi vota al secondo turno dovrà per forza aver votato al primo turno.
- la soglia per presentare altri candidati del PD: le firme del 10% dei membri dell’assemblea o del 3% degli iscritti cioè circa 18,000 firme in 10 regioni diverse da raccogliere dal 7 al 14 ottobre. Una soglia che non sarebbe impossibile da raggiungere se non vi fosse solo una settimana di tempo per raccoglierle, queste firme.
Rientra il blitz tentato a metà giornata da alcuni bersaniani che presentano un emendamento per irrigidire le modalità di registrazione degli elettori: obbligo di iscrizione in due posti diversi, al circolo e poi al gazebo, anche nello stesso giorno del voto. La norma non è passata. Lo stesso segretario ha invitato gli ‘ultrà’ a ritirare la proposta.
Bersani è stato efficace, soprattutto in un passaggio sull’Europa molto chiaro e netto.
Renzi, come al solito, non c’era.
Dopo la definizione di regole e linee programmatiche con la coalizione scatteranno le primarie ufficialmente il 15 ottobre, quando si saprà chi saranno i candidati e le candidate di questa competizione democratica.
Scrive Civati: “Il buon successo di OccupyPrimarie, che ha voluto rappresentare un forte sentimento di unità del Pd e del centrosinistra e insieme la necessità di discutere di politica prima che di schieramenti e di «carovane» (come il segretario le definì nel momento della sua candidatura, nell’ormai lontano mese di giugno), ci dice che c’è un’esigenza profonda di un dibattito trasparente, sobrio nei toni ma determinato nelle proposte e nelle proposizioni, che rimetta al centro della discussione quello che accade nel Paese e non solo nei comitati elettorali”.
Direi che si riparte da qui.