Un articolo di Repubblica, subito ritirato (ah, i vantaggi del digitale), ci mostra ancora una volta perché la differenza tra giornalisti e blogger consiste nel possesso del tesserino e basta, a differenza di quanto affermano con orgoglio i professionisti “noi siamo diversi perché verifichiamo la notizia”.
Visto che siamo in tema, faccio una proposta bomba. Si potrebbero diminuire i finanziamenti pubblici in base al numero di bufale accertate pubblicate ogni anno da una testata? Chissà quanta spesa riusciremmo a tagliare e quante stronzate non verrebbero pubblicate ogni giorno sui quotidiani nazionali.
Basta perdere tempo, ecco l’articolo di Repubblica:
“L’ex presidente americano George W. Bush ha votato clamorosamente per Barack Obama. A riportarlo, una giornalista del Waco Time presente al seggio dove è registrato l’ex capo della Casa Bianca: Suzanna Everett ha visto Bush scegliere il candidato democratico, mentre con ogni probabilità avrebbe voluto dare il voto a Mitt Romney.
Bush ha protestato con gli scrutatori e gli addetti al seggio nel tentativo di ripetere il voto. Un’eventualità non prevista dalla legge a Crawford, Texas, dove vota l’ex presidente. Il caso ha voluto anche che vicino a lui in quel momento ci fosse una reporter, che ha ordito un piano per far rivelare quanto accaduto direttamente a Bush. Abilissima, Suzanna Everett l’ha aspettato fuori dal seggio e gli ha chiesto a trabocchetto: “Presidente, la Fox dice che lei ha votato Obama per errore, vuole commentare?”, e Bush credendo che la notizia fosse già di pubblico dominio ha confermato: “Sì, purtroppo a causa dell’incompetenza di chi ha progettato le cabine elettroniche il mio voto è andato al candidato democratico”.
Ecco Libero…
E Tgcom.
Peccato che la notizia sia una bufala diffusa dal Daily Currant, celebre sito di satira (che tra l’altro è bellissimo; potete visitarlo cliccando qui).
Vittorio Nigrelli