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Ecco perché la proposta di legge del PDL sulle primarie (che spiego) non può essere applicata anche al candidato Premier

Creato il 18 giugno 2011 da Iljester

Ecco perché la proposta di legge del PDL sulle primarie (che spiego) non può essere applicata anche al candidato Premier

Ieri si è fatto un gran parlare della proposta di legge di Quagliarello e Cicchitto sulle primarie. Che se diventasse legge, sarebbe la prima del suo genere in Italia. Il motivo di questo gran parlare è da ravvisare nel fatto che il DDL è appunto una novità, e nel fatto che comunque viene escluso dal suo ambito operativo il candidato Premier; esclusione che ha lasciato non poche perplessità e che ha sollevato le solite polemiche della sinistra.
Prima però di spiegare il perché – secondo me – allo stato non è possibile estendere il meccanismo anche al premierato, è necessario che illustri un po’ la legge nel suo aspetto essenziale. Ovviamente in modo sintetico e semplice. La norma è chiara. Secondo l’art. 1, comma 1, del DDL: 

Per la designazione dei candidati alle cariche monocratiche per le quali è prevista l’elezione diretta – presidente di Regione, di Provincia e sindaco – i partiti e le coalizioni possono svolgere elezioni primarie dirette, organizzate secondo le disposizioni di cui alla presente legge.

Dunque, se esaminiamo bene la norma, le primarie sono riservate alle cosiddette cariche monocratiche, e cioè a quelle cariche che vengono scelte direttamente dai cittadini, come il Sindaco o il Presidente della Provincia. Ed è questo il punto dolens che ha sollevato le polemiche. Perché non anche per il Presidente del Consiglio? Secondo la sinistra, l’esclusione non avrebbe giustificazione né giuridica né politica.
Invero così non è. Si tratta di una polemica arbitraria. La giustificazione esiste eccome! Ed è giuridica, solo che la sinistra – come sempre capita – strumentalizza e distorce. La norma parla di cariche monocratiche, perché sono le uniche che possono essere liberamente scelte dai cittadini. Allo stato, il Presidente del Consiglio non è un organo monocratico eletto direttamente dai cittadini, seppure con l’attuale legge elettorale venga prevista l’indicazione del capo della lista o della coalizione e i cittadini scelgono in base a questa indicazione. Va da sé però che questo meccanismo (peraltro piuttosto vituperato) non trasforma il capolista in un organo eletto direttamente dal popolo. Per ottenere questo ci vorrebbe una riforma costituzionale che la sinistra ha sempre negato. Il Presidente del Consiglio è invece espressione della maggioranza del Parlamento, e non diretta emanazione della volontà popolare, come può essere il Presidente della Repubblica francese o americana, o se vogliamo restare in casa nostra, il Sindaco o il Presidente della Provincia.
Ecco perché sarebbe impossibile estendere oggi le Primarie alla carica di Presidente del Consiglio, a meno che non si voglia prendere per i fondelli i cittadini, indicando un Premier che poi con le maggioranze variabili del Parlamento potrebbe cadere ed essere sostituito con un altro che piace di più alle segreterie dei partiti politici.
La norma poi stabilisce i tempi per lo svolgimento delle primarie, anche in caso di elezioni anticipate ed estende (art. 2) le norme elettorali (comprese quelle sui reati elettorali) anche al meccanismo delle primarie, in quanto compatibili. È una norma di chiusura, che tecnicamente avrebbe dovuto essere posta alla fine del testo normativo, e non nel mezzo. In ogni caso c’è, e questa dovrebbe impedire lacune troppo vistose nella disciplina (se mai diverrà legge).
L’art. 3 infine normativizza il concetto di cittadino iscritto al partito e cittadino sostenitore del partito. I primi hanno diritto di voto in quanto iscritti, i secondi hanno diritto di voto in quanto registrati in un apposito registro che verrà tenuto presso la cancelleria del Tribunale territorialmente competente. Quando si svolgono le primarie la cancelleria dovrà accertarsi che i simpatizzanti o i sostenitori iscritti nel registro di un partito non siano contemporaneamente iscritti in quelli di un partito (o coalizione di partiti) concorrente.
Chi può candidarsi alle primarie? Il DDL regola anche questo aspetto: gli iscritti e i sostenitori (registrati).
In conclusione, un buon DDL che però – penso – dovrà essere migliorato, e sicuramente dovrà andare a braccetto con una nuova legge elettorale e una riforma costituzionale che magari permetta davvero la possibilità dell’elezione diretta del Premier, attraverso la quale le primarie anche per questa carica sarebbe ben più che giustificate.

 

di Martino © 2011 Il Jester 


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