"Questo piccolo giornale lo abbiamo fondato senza palazzinari alle spalle". Comincia così Luca Telese nell'editoriale di presentazione del primo numero di Pubblico da oggi in edicola dopo essersi presentato prima online. Il costo è di 1,50 Euro (non prendono fondi pubblici), formato piccolo e pratico con il logo che ricorda (forse volutamente) quello del francese Libération.
La prima pagina cerca di far capire subito quale sarà l'andazzo di questo giornale come d'altronde è dichiarato anche in alto con la scritta "Dalla parte degli ultimi e dei primi". In apertura un ampio servizio sul dramma dei call center con l'Almaviva che sta licenziando a Roma per assumere in Calabria. Bella l'idea del disegno al posto della fotografia (ma attenzione ad usare il nero dell'occhiello su un disegno dai contorni neri: non si leggono alcune lettere...). Poi satira con un pezzo della Fornario.
E poi all'interno intervista a Bersani, speciale sulla Fiat e Marchionne. Interessante lo spazio "Ordinary People: persone ordinarie che fanno cose straordinarie" dedicato alla storia di Tina Martinez, vedova dell'agente Antonio Mortinaro, morto nell'attentato di Capaci, che spiega come l'orto della memoria venga puntualmente dimenticato dalle istituzioni.
Si passa agli Esteri con un reportage da Il Cairo e un pezzo sulla racolta fondi fai-da-te di Obama. Si sfoglia ancora e ci si imbatte in due paginoni di Ascanio Celestini che racconta l'Italia di "chi dice no". Poi Sport con intervistona a Gigi Riva, cultura (piatto forte: le Pussy Riot) e via via fino all'ultimo articolo del giornale (24 pagine in tutto) con un ricordo di Garrincha firmato da Darwin Pastorin passando per la rubrica fotografica con l'immagine di un edicolante al giorno. "Sono loro gli eroi che ci permettono di arrivare fino a voi" dicono. Scelta paracula?
Telese chiude l'editoriale scrivendo "Abbiamo molta nostalgia del futuro". Racconta le storie delle persone che compongono la sua redazione "dall'età media di 35 anni" e assicura i lettori che Pubblico farà "parlare la lobby dei senza lobby".
Onestamente non so quale potrà essere il futuro di questo giornale. C'è bisogno di tempo per capire quale sarà la reazione dei lettori una volta archiviata la sbornia d'entusiasmo iniziale. Mi sembra però completo. Il fatto che si tratti di un giornale con una redazione giovane mi fa piacere. Molti arrivano già da esperienze come Unità, Liberazione, Il Fatto, Il Riformista ecc... La sfida di Telese però sarà quella di scovare talenti ancora nell'ombra. Quello è il difficile.