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Ecologia fascista (1). L’ ‘ala verde’ del Partito Nazista e i suoi antecedenti storici

Creato il 23 gennaio 2013 da Davide

Pubblichiamo il primo di una serie di post sull’Ecofascismo dal sito Ecofascismo: lezioni dall’esperienza tedesca di Janet Biehl e Peter Staudenmeier. L’argomento è trattato in due parti di cui questa è la prima: Ecologia fascista: “l’ala verde” del Partito Nazista e i suoi antecedenti storici, articolo scritto da Peter Staudenmeier e pubblicato dalla casa editrice anarchica AK Press in inglese. Il testo originale inglese si può trovare qui.

Ecologia fascista: “l’ala verde” del Partito Nazista e i suoi antecedenti storici

di Peter Staudenmeier


«Riconosciamo che separare l’umanità dalla natura, dall’interezza della vita, porta alla distruzione dell’umanità e alla morte delle nazioni. Solo attraverso una re-integrazione dell’umanità all’interno della natura tutta il nostro popolo può essere reso più forte. Questo è il punto fondamentale dei compiti biologici della nostra era. L’umanità da sola non è più il fulcro del pensiero, ma piuttosto della vita come un tutto … Questo sforzo verso la correlazione con la totalità della vita, con la natura stessa, una natura in cui siamo nati, questo è il significato più profondo e la vera essenza del pensiero nazionalsocialista» (1)

Nel nostro zelo di condanna dello status quo, noi radicali spesso scagliamo senza pensarci epiteti come “fascista” e “ecofascista”, contribuendo così a una specie di inflazione intellettuale che non aiuta in nessun modo a far avanzare una critica sociale efficace. In tale situazione, è facile ignorare il fatto che ci sono ancora virulente vene di fascismo nella nostra cultura politica che, per quanto marginali, richiedono la nostra attenzione. Una delle vene meno riconosciute o comprese è il fenomeno che si potrebbe chiamare “ecofascismo effettivamente esistente”, cioè la preoccupazione di movimenti autenticamente fascisti per temi ambientalisti. Allo scopo di comprendere la peculiare intensità e resistenza di questa affiliazione, faremmo bene ad esaminare più da vicino la sua incarnazione storica più nota, la cosiddetta “ala verde” del nazismo tedesco.
Nonostante l’estesa documentazione storica, il soggetto resta elusivo, sottostimato sia dagli storici professionisti che dagli attivisti ambientalisti. Nei paesi di lingua inglese, come in Germania, deve essere ancora analizzata e ricercata adeguatamente la stessa esistenza di una “ala verde” nel movimento nazista, per non parlare della sua ispirazione, mete e conseguenze. La maggior parte della manciata di interpretazioni disponibili soccombono o a “un’allarmante affinità intellettuale con il soggetto” (2) o rifiutano ingenuamente di esaminare appieno la “sovrapposizione ideologica tra conservazione della natura e nazismo”. (3). Questo articolo presenta brevemente e in modo necessariamente schematico la storia della componente ecologica del nazismo, sottolineando sia il suo ruolo centrale nell’ideologia nazista che la sua applicazione pratica durante il Terzo Reich. Una ricerca preliminare dei precursori dell’ecofascismo classico del XIX e XX secolo dovrebbe servire a illuminare gli aspetti concettuali comuni a ogni forma di ecologia reazionaria.
Sono d’obbligo due chiarificazioni iniziali. Primo, i termini “ambientale” ed “ecologico” sono usati qui in modo più o meno intercambiabile, per denotare idee, atteggiamenti e pratiche comunemente associate al movimento ambientalista contemporaneo. Questo non è un anacronismo; indica semplicemente un approccio interpretativo che illumina connessioni con questioni odierne. Secondo, questo approccio non ha intenzione di avallare l’idea storicamente discreditata che i dati prima del 1933 possono o dovrebbero essere letti come “conducenti inesorabilmente” alla calamità nazista. Piuttosto, la nostra preoccupazione qui è discernere le continuità ideologiche e tracciare le genealogie politiche, in un tentativo di comprendere il passato alla luce della situazione attuale – rendere la storia rilevante nell’attuale crisi sociale ed ecologica. (segue)

Note
1. Ernst Lehmann, Biologischer Wille. Wege und Ziele biologischer Arbeit im neuen Reich, München, 1934, pp. 10-11. Lehmann era un professore di botanica ache caratterizzò il nazionalsocialismo come ‘biologia applicata politicamente’.
2. Anna Bramwell, autrice di un libro sull’argomento è esemplare in questo senso. Vedi il suo Blood and Soil: Walther Darré and Hitler’s ‘Green Party’, Bourne End, 1985, e Ecology in the 20th Century: A History, New Haven, 1989.
3. Vedi Raymond H. Dominick, The Environmental Movement in Germany: Prophets and Pioneers, 1871-1971, Bloomington, 1992, specialmente la parte terza, “The Völkisch Temptation.”


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