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Ecomafia: l’ombra toscana dei rifiuti illegali 3/3

Creato il 01 febbraio 2014 da Molipier @pier78

Scritto da: Genny Sangiovanni 1 febbraio 2014 in Ambiente, Attualità, Economia, News Inserisci un commento

Le discariche abusive trovate in Toscana sono molte, ma l’elenco è ancora parziale e non riconducibile alla criminalità organizzata.

Lo scorso maggio la Guardia di Finanza di Firenze ha sequestrato un impianto di smaltimento di rifiuti urbani, sia speciali che tossici, ed ha denunciato ad Osmannoro (Sesto Fiorentino) 17 persone per violazione sulla normativa ambientale e ricettazione.

Questo ha comportato il sequestro di un’area maggiore a 2000 metri quadri in cui sono stati scoperti circa 1600 tonnellate di rifiuti di materiale ferroso, gravemente inquinante, e 15 automezzi pronti a scaricare oltre sette tonnellate di rifiuti e rottami metallici. Nel 2012 è avvenuto vicino Grosseto (a Gavorrano), il sequestro di una discarica abusiva a cielo aperto di oltre 13mila metri quadrati. I rifiuti speciali e pericolosi ritrovati sono stati più di 200 tonnellate.

Nel 2011 i carabinieri del Noe hanno scoperto una discarica a Vada (frazione di Rosignano Marittimo in provincia di Livorno) contenente ogni tipo di rifiuto.

Questa discarica potrebbe essere legata alla Lombardia. I carabinieri del Nucleo ecologico, nell’ambito dell’inchiesta sull’ex Sisas di Pioltello (Milano), hanno riannodato la matassa e arrestato sei persone. Gli investigatori ritengono che semplicemente con un cambio di codice, tonnellate di rifiuti siano diventati materiali puliti da destinare a discariche italiane e tedesche, tra cui quella di Vada.

Anche il Parlamento ha discusso dell’ipotesi che la Toscana sia piena di discariche abusive grazie a Samuele Segoni (M5S), membro della commissione ambiente, che parla di “una piccola Terra dei fuochi nel triangolo delle cave di Quarata“, in provincia di Arezzo. La procura del capoluogo ha recentemente aperto un fascicolo per abbandono di rifiuti pericolosi.

Ad oggi è stata sequestrata una ex cava lungo Campoluci in seguito ad un nuovo decreto ispettivo emesso dalla procura. Si sta ispezionando la zona per capire se ci sono fonti di inquinamento. Il Comitato di Quarata, in questi anni, ha ripetutamente denunciato il ministero dell’Ambiente, l’Arpat e il Comune di Arezzo.

Risalendo ancora la strada dei rifiuti, nel 2004 la guardia forestale ha trovato 13mila tonnellate di pietrisco mescolato a rifiuti in un cantiere per il raddoppio dell’autostrada Siena-Bettolle. Invece di essere distrutto, questo materiale doveva essere utilizzato per il manto stradale.

Cromo, cromato di zinco, cloruri, solfati e nichel in concentrazioni pericolose sia per le falde acquifere che per il terreno sono stati individuati dagli esami dell’Arpat di Siena. Dopo la scoperta, sono stati messi ai domiciliari tre persone che gestivano il riciclo di rifiuti pericolosi per rivenderli come sicuri alle ditte che lavoravano per la costruzione dell’autostrada.

Che sia tutto? Il cronista ed il direttore del quotidiano online PrimaPagina, David Busato e Marco Lorenzoni, hanno analizzato i dati Arpat di Chiusi: si registrano percentuali di Nichel cinque volte superiori alla norma. Nessuno ha spiegato ancora perché. Secondo quanto la Dia nazionale ha scritto nella relazione del primo semestre del 2013 “la linea Tav (di Firenze) continua ad attirare gli appetiti della camorra”. I carabinieri del Ros hanno effettuato controlli nel gennaio del 2013 sospettando che durante i lavori per la Tav ci sia stato uno smaltimento illegale di fanghi che ha scatenato gli interessi di una ditta colpita dalla stessa passione per i rifiuti del clan dei casalesi.

Leggi anche la prima e la seconda parte

via|ilfattoquotidiano

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