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La Coldiretti ha stilato una vera e propria guida "salva tasche", grazie alla quale ogni famiglia può arrivare a risparmiare addirittura il 50% sulla spesa.Spesa intesa come spesa al supermercato, i soldi che spendiamo per mangiare, dunque per vivere.La spesa ricopre un'altissima percentuale della nostra vita. Un po' come l'acqua fa con il nostro corpo, credo che la spesa faccia con il nostro tempo preso nel senso più letterale e ampio possibile.Da mamma e lavoratrice occasionale, mi rendo conto che il tempo che passo tra frutta e verdura è pari (se non maggiore) a quello che dedico alla cura del mio corpo. A dirla tutta, prendermi cura di me diventa sempre più complicato e non è che un ritaglio di tempo nell'arco della settimana.Al massimo due, ritagli.
Al supermercato ci vado anche tre volte a settimana, e per settimana intendo quella "corta", scolastica.Perché non capita di rado che io mi ritrovi al supermercato anche di sabato o di domenica.Ed è un'esperienza terribile, lo si sa.La verità è che io mi sento molto Julia Child, tolta l'anatra eh?
Di questi tempi, non abbiamo mica timore ad ammetterlo, pensare di fare economia non è del tutto sbagliato. Anzi, si può dire che nel tempo siamo piuttosto migliorati e parlo per me, per quel che vedo nel mio carrello e nel mio portafogli.Mio grande difetto?Che butto nel carrello senza ragionare sul prezzo. Non sto lì a confrontare le varie marche, se mi piace un prodotto finisco col prenderlo di nuovo anche se è triplicato il prezzo nel cartellino elettronico.E non si fa. No!
A me non compete parlare di economia, quasi direi "grazie al cielo", ma non lo dico se no poi un qualche Feltri mi si potrebbe offendere. Io ho studiato Lettere, figuriamoci...Intendo l'economia come una possibilità concreta di felicità.Sì, felicità.Godersi di più e meglio, le cose semplici che non sono proprie dei "ricchi" ma di tutti. Anche di un disgraziato precario che non ha futuro. Di un pensionato che tiene la carta acquisti vuota nel portafogli, e ogni tanto dice alla cassiera di dare un'occhiata. Ma quella non trova nemmeno il coraggio di dirgli "Caro mio vecchietto, la sua carta è andata. Vuota, finita, terminata".
Tornando a me, io ci provo a fare economia domestica. Ecco, chiamiamola così.Nonna insegna che in cucina "nun se butta via niente!", e io l'ho imparato. Ancora compro il pan grattato però, e se lo scopre per me sono guai. Non lo conservo e non lo butto nel mixer come fa lei. Ancora, nonostante gli anni e la stanchezza.Ecco, un'altra cosa che a me manca è la pazienza per certe cose.Tipo il pan grattato.Però il pane spesso non lo butto perché in forno poi avviene la magia e diventa di un gusto insuperabile e antico. Il pane "abbruscato" con un filo d'olio, quello buono, e un pizzico (tanto tanto) di sale. Mica solo Dio fa i miracoli, anche noi.E le polpette che piacciono tanto pure ai bimbi.E le frittate con dentro il mondo.Avere sempre le patate in casa perché se poi il giovedì è di gnocchi tu non li compri al supermercato, con tutto il rispetto per Giovanni Rana, ma te li fai da sola. No?
A seguire poi tutta una serie di accortezze che io ho acquisito col tempo, da quando sono diventata madre devo dire. Preferire la frutta e le verdure di stagione. Possibilmente accorciare le distanze e scegliere il contadino che ha il banco al mercato del martedì o del sabato. Quello che ti fa assaggiare il prodotto che compri al momento. Mi viene in mente il tizio che ogni anno viene col suo carretto ricco di fave appena colte e si mette in strada. Quello che ti dice "Signo', ma nun sente come scrocchieno?"E c'ha ragione, scrocchiano!Insomma una storia bellissima, una cosa semplice e che fa pure economia.
Anche se io continuo a dire che l'economia domestica è un po' la nostra formula segreta per la felicità. Per salvare le tasche consiglio la guida citata all'inizio, per salvare noi stessi consiglio poche e piccole accortezze.Io ad esempio mi prendo cura di me pensando alcune cose a bassa voce, le faccio mie per poi trascriverle. Perché mi sembra che solo così io riesca a capirle davvero.Economia domestica e felicità.
Una poesia breve, brevissima.
Che non è nemmeno una poesia, ma vorrebbe esserlo.
Se avessi un orticello pianterei le fragole per far felici i miei bimbi.
Pianterei i pomodori e darei forma a tutte le meravigliose insalate che mi vengono in mente. E la caprese con la fogliolina di basilico, e le friselle croccanti come piacciono a me.
Pianterei infine tante altre cose, mi gusterei il sole del primo mattino d'inverno e i colori del crepuscolo d'estate.
Se avessi un orticello sarei ancora più felice.
Tutto qui.
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