Valutare gli effetti del calendario sulle fluttuazioni economiche in Marocco, è l’oggetto di uno studio voluto dall’Alto Commissariato al Piano marocchino. I risultati sono d’aiuto agli operatori economici che hanno a disposizione i numeri sulle ripercussioni del Ramadan e le sue interazioni con la stagione estiva. I primi risultati dello studio mettono in evidenza che i prezzi sono sostanzialmente impattati dall’arrivo del mese sacro. I cambiamenti in materia di consumo alimentare costituiscono una delle principali cause. La sua ripartizione sul mese di luglio e di agosto 2013 causeranno due effetti differenziati, dal Ramadan e dalla stagionalità. L’effetto Ramadan è la causa di un + 0,7% dei prezzi alimentari mentre il secondo effetto dovuto alla stagionalità, legato al mese di luglio, si attesterà al -1,3%. I pesci e i legumi freschi sono i più toccati; il prezzo dei pesci sta subendo un aumento del +6% sul mese di luglio e questo aumento sarà amplificato da un effetto stagionale positivo (+2% in media). L’impatto del mese del Ramadan sui prezzi dei legumi si attesterà al +2,2% ma sarà quasi annullato da un deprezzamento stagionale importante (-13%). Il quid dell’interazione tra il Ramadan e la stagione turistica? Il turismo rappresenta uno dei settori più penalizzati da questo stato; gli impatti legati a questo mese saranno, in effetti, in misura per controbilanciare sostanzialmente le acquisizioni positive dell’alta stagione. Questo choc sfavorevole è valutato per il mese di luglio in un -44% per il totale notti e a -59% per il turismo interno. In totale si tratta di una perdita del 10% sul mese di luglio (- 22% sulle notti relative al turismo interno), pari a 160 mila notti (115 mila per il turismo interno). Per contro, non ci saranno ricadute importanti sull’alta stagione in toto durante il mese di agosto 2013 se non un ribasso del 6,5% di notti (-16% del turismo residenziale) . L’alta stagione sarà poco provata durante questo mese dove si realizza generalmente un supplemento del +34% (il doppio per il turismo interno) in rapporto ai livelli medi di occupazione/notti.
Crédits: Libération