Mancano poche settimane a Fa’ la cosa giusta, uno degli eventi più importanti per chi come noi di Minimo Impatto crede nella ecosostenibilità. Abbiamo deciso di intervistare Armido Marana per raccontare la presenza di Ecozema alla fiera e per sapere le ultime novità dell’azienda e della linea ecosostenibile.
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Pur essendo nata solo 9 anni fa Ecozema, in questo breve lasso di tempo, è diventato un brand famoso non solo in Italia, ma a livello internazionale, conquistando addirittura anche le Olimpiadi di Londra. Qual è il “segreto del successo”?
- Ecozema nasce all’interno di Fabbrica Pinze Schio che, in oltre 100 anni di storia, ha sviluppato nel territorio nazionale una valida tradizione nella tecnica della lavorazione delle plastiche tradizionali e della commercializzazione dei prodotti finiti. In questo solco, grazie alla passione dei collaboratori, è nata l’intuizione che le bioplastiche sarebbero divenute protagoniste del futuro.
Qual è stato in questi anni l’ostacolo più grande?
- In questo settore non esistono dati storici a cui rifarsi e quindi ogni passo in avanti è un’incognita. I materiali, i cicli di trasformazione e le maggiori caratteristiche funzionali presentano giorno dopo giorno una sfida continua per migliorare i nostri risultati. Il mercato poi è regolamentato da norme che trovano scarsa applicazione anche a causa della preparazione superficiale di alcuni funzionari della Pubblica Amministrazione.
E la soddisfazione più grande?
- Aver costruito una bella squadra di persone che, grazie alle proprie capacità e con entusiasmo, sta affrontando con una nuova mentalità un mercato da costruire evitando gli errori commessi nel passato.
Ecozema si sente “arrivata” o si pone nuove sfide e obiettivi? E quali sono?
- Assolutamente non ci sentiamo attivati: il percorso è iniziato da poco e la strada è ancora lunga. Grandi aziende, italiane e straniere, stanno entrando in questo mercato e quindi dobbiamo approfittare dei vantaggi tecnologici raggiunti sino ad oggi per mantenere la posizione di rispetto conquistata. Stiamo aumentando l’assortimento della gamma dei nostri prodotti e, entro qualche settimana, lanceremo una nuova generazione di posate compostabili realizzate con un impianto appositamente progettato. La nuova linea garantirà maggiori resistenze alla temperatura e, soprattutto, consentirà di dimezzare il ciclo di compostaggio portandolo a circa 50 giorni rispetto ai precedenti 90. Tutto ciò è reso possibile da un nuovo tipo di Mater-bi® che Novamont sta presentando al mercato.
La crisi sta danneggiando l’impegno ambientale (delle persone e delle aziende) o è una opportunità?
- Sicuramente sta dividendo il mondo. In Italia, ad esempio, l’emergenza ambientale relativa alla gestione dei rifiuti è venuta a galla a partire dagli anni 90. In risposta a tale problematica si sono manifestate delle reazioni diverse e fra loro contrastanti. Al Nord c’è stato un lento ma costante impegno nell’implementazione della raccolta differenziata, con investimenti che oggi, dopo 20 anni, raccolgono i loro frutti. In altre parti d’Italia, invece, non c’è stato un simile impegno, poiché si preferiva affrontare le situazioni senza una visione strategica. Il denaro pubblico – allora disponibile – è stato sprecato per risolvere situazioni critiche e oggi, purtroppo, in molte zone, ciclicamente torna uno stato di emergenza. Tutto ciò dimostra che per raggiungere certi obiettivi bisogna investire avendo una visione programmatica del problema e delle soluzioni da attuare per affrontarlo e di ciò, almeno nella fase iniziale, deve farsi carico la politica e la pubblica amministrazione.
Sarete a Fa’ la cosa giusta una fiera che non si limita a raccontare l’ecosostenibilità, ma la attua concretamente: da anni, infatti, chi la visita e ha modo di mangiare lì qualcosa utilizza solamente piatti ecologici Ecozema. Ci sono delle novità che porterete in fiera?
- FLCG è un appuntamento a cui teniamo, perché, sin dall’inizio, abbiamo condiviso con loro le nostre prime esperienze nel campo della ecosostenibilità e per noi, azienda che arriva dal mondo del Profit, è stata una buona scuola per capire il mondo del consumo consapevole e quindi per assumere l’atteggiamento necessario per affrontare un mercato decisamente nuovo. C’è stata una interessante contaminazione con molti attori del terzo settore che ha permesso ad ognuno di imparare molte cose dall’altro: noi siamo diventati un’azienda molto impegnata sulla responsabilità sociale e molti altri hanno invece compreso come si gestiscono delle partnership di successo. Quest’anno presenteremo alcuni nuovi prodotti fra cui, solo per fare un esempio, le nuove posate, la nuova linea di piatti di design, la nuova linea di piatti quadri, un vassoio ZEN da usare durante il banquetting e molto altro ancora.