Il Vangelo di oggi ripropone, attraverso le parole di Gesù, la nota vicenda di Lazzaro e del ricco Epulone, che tutti conosciamo abbastanza bene ma sulla quale, forse, presi dalle nostre troppe cose, con i ritmi e le complessità dei tempi, non riflettiamo mai a sufficienza.
Ecco, allora,una modesta proposta di una preghiera che può aiutarci ad attualizzare e vivificare il messaggio del testo perché lo spiraglio di una porta appena aperta, muti in un varco luminoso, consapevoli di combattere ogni giorno, per davvero, la “buona” battaglia di quaggiù.
Ma una battaglia di fede, attenzione, che sia sempre e solo rispetto dell’Altro (da dovunque egli provenga) e assolutamente mai intrisa di superficiale ed egoistica esclusione.
Peggio ancora se, scioccamente, rancorosa.
Fondamentalismi religiosi e/o ideologismi politici sono, senza mezzi termini, sinonimo di morte tout court.
Cancro sociale. Piaghe purulente e inguaribili.
Esempio calzante e ultimissimo (e purtroppo non il solo nel mondo) è quanto accaduto, che è pochi giorni, nell’assalto terroristico al centro commerciale a Nairobi.
Signore - prega, fratel Michael - alto si levi il lamento di tanti esclusi che, ad un passo da noi, bussano alla porta del nostro cuore, delle nostre comunità, delle nostre case e città.
Il “no” di oggi, l’abisso di oggi sarà l’abisso di sempre, ma sempre, in ogni istante allo spiraglio di una porta aperta, farà da contrappeso un passo avanti, un angolo di cielo stellato, una luce accesa sulla via della salvezza, uno scorcio mirabile del Tuo volto.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)