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Ed un urlo squarciò la notte

Da Carlas73

Insomma, non era proprio notte ma le 8-9 di mattina, di una tranquilla mattina di riposo da fine settimana, ed i coniugi erano ancora sotto il tepore delle coperte a godersi gli ultimi momenti di silenzio, buio dopo una calma nottata di riposo, quand’ecco un’esclamazione (anche qui, non necessariamente un urlo) ci stupisce e ci fa ridacchiare sotto i baffi: “ECCHECCAZZO!”.
I coniugi si guardano al buio negli occhi e sghignazzano, senza cercare di rimproverare l’imberbe fanciullo nella sua forbita uscita, dopo di che, il papà si alza da sotto le coltri e va nella camera del nano e scopre che lui stravolto dal buio mattutino aveva sbagliato direzione nella camera e stava per andare a sbattere contro la finestra invece che uscire dalla porta per avviarsi verso la camera da letto dei genitori a svegliarli e calpestarli nel suo furore mattutino.
L’esclamazione era più che a proposito (fosse stato un adulto) e ci ha stupito per la sua naturalezza ed appropriatezza, anche se ovviamente ci ha fatto riflettere sul fatto che probabilmente in momenti di particolare stanchezza familiare, ci escono dalla bocca parole poco consone al dizionario che dovrebbe sfruttare il nano: per chi pensi di chiamare il telefono azzurro o i servizi sociali per l’incoscienza dei suddetti genitori vorrei tranquillizzare che il termine non è più fuoriuscito dalla bocca del nano!


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