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“Ed Wood”

Creato il 19 aprile 2010 da Cinemaleo

1995: Ed Wood di Tim Burton

“Ed Wood”
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“Ed Wood”

Un piccolo gioiello, grande successo al 48° Festival di Cannes.

Hollywood ha spesso raccontato se stessa (basti pensare a due splendidi classici come E’ nata una stella Viale del tramonto).
L’operazione questa volta è attuata da quel geniaccio di Tim Burton che con ironia e affetto ci offre uno stupendo affresco degli anni 50, ma soprattutto fornisce uno struggente ritratto di una amicizia tra due uomini, un disilluso divo al tramonto preda della morfina e della miseria e un giovane entusiasta intraprendente perennemente ottimista e disposto a fare tutto (produrre, dirigere, recitare…).

Un film dove non sai se ammirare maggiormente la mirabile conduzione, la fotografia (uno smagliante bianco e nero), la colonna sonora (argutamente basata sul theremin, strumento principale delle musiche di fantascienza degli anni 50), la prestazione degli attori (uno più eccezionale dell’altro).
Un lavoro imperdibile per ogni buon cinefilo e che si è meritatamente conquistato due Oscar.

Di Ed Wood hanno detto:
ilMorandini: Film-scommessa che nasce dall’amore e si nutre di competenza e si propone di trasformare un fallito in un eroe, sia pur postumo.
MyMovies: Ed Wood, dall’aldilà, dovrebbe ringraziare Tim Burton. Grazie a questo film, infatti, si è avuta una riscoperta dei tremendi b-movies di questo strampalato autore, “protagonista” del cinema anni ’50. L’omaggio di Burton è un’opera bella, emozionante… Per l’ennesima volta Tim Burton mostra di essere una spanna sopra gli altri.
Il Corriere della Sera: Ed Wood è soprattutto un’elegia dell’amicizia tra un giovane e un vecchio, che sarebbe piaciuta a Umberto Saba: da una parte c’è Ed, impersonato con finezza da Johnny Depp, dall’altra il mitico e distrutto Bela Lugosi nell’incarnazione che ha procurato giustamente a Martin Landau il premio Oscar.
Quando la cronaca si sposa con la fantasia, quando l’ironia si stempera nella pietà, quando la gloria dell’arte che ha illuminato il XX secolo può rispecchiarsi del suo aspetto più miserabile, allora rischiamo di cominciare a capirci qualcosa. Cronaca della vocazione di un non vocato, il film di Burton delinea una parabola dostoievskiana di santità.
La Stampa: …raccontando in Ed Wood la vita d’un pessimo regista americano di film horror-fantascientifico-sessuali degli Anni Cinquanta, Tim Burton finge di adottarne e mimarne anche lo stile incompetente, poverissimo e cialtrone, ottenendo invece un risultato fin troppo raffinato e divertente, commovente…
La ricostruzione d’un cinema brutto e squattrinato d’horror e di fantascienza è l’evocazione nostalgica d’una innocenza perduta del cinema, del mondo di spaventi innocui e maldestri: dischi volanti, giganteschi tentacoli di piovre venute da chissà dove, spose del mostro e zombie nel West, vampiri, mutanti, gialli soprannaturali. Il gruppo di cui Ed Wood si circonda (Bela Lugosi, un enorme lottatore svedese, uno showman omosessuale aspirante transessuale, un veggente, la presentatrice di programmi horror Vampira) esprime quella fuga dal conformismo e dal convenzionalismo della realtà, quella deriva nella favola nera che è il segno di Tim Burton.

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“Ed Wood”


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