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Voglio parlare di questa figura perché sono sempre più convinta che se crediamo fermamente e serenamente nella potenza di un essere superiore, Dio, Allah, Buddha, Primo Motore o qualsiasi altro nome gli diamo, allora la vita prenderà una nuova piega e la forza che crescerà nel nostro animo ci aiuterà a sopportare e superare le avversità. Già vi parlai di un ragionamento simile presentendovi la lettura del libro "le profezie di Celestino", credo che se noi protendiamo verso il bene, l'amore, la fratellanza, insomma verso tutti quei sentimenti positivi ed empatici allora le forze del mondo che attiriamo sono benefiche. Viceversa se ci lasciamo prendere dallo sconforto, dalla rabbia, dall'invidia, peggio ancora dall'odio, poco di buono e bello sarà intorno a noi.
Voglio credere fortemente in questo e anche ai miei figli sto insegnando che nella vita è meglio guardare il mezzo bicchiere pieno rispetto alla metà vuota. Con un atteggiamento positivo, anche nei momenti più difficili sarà più facile non perdere di vista l'obbiettivo prefissato e il nostro sforzo non diventerà vano. C'è chi mi può replicare che è semplice dire questo perché magari non sto vivendo momenti difficili, magari non abbiamo problemi di non sapere come tirare avanti o, forse, non siamo colpiti direttamente da una orribile e sfiancante malattia. Vero non posso affermare il contrario, io come i miei figli e mio marito godiamo, per ora, di buona salute e anche se abbiamo dei debiti da saldare, tutto sommato non ci possiamo lamentare. Però nell'arco della mia esistenza ho incontrato varie difficoltà sia di carattere fisico, mio marito si è salvato per miracolo da un infarto, a me avevano dato una settimana di vita dopo il secondo parto per la situazione anemica molto grave, sia economico far quadrare il bilancio di ogni fine mese ancora oggi è abbastanza una bella avventura, però non riesco e non voglio buttarmi giù, voglio credere che se dico andrà tutto bene alla fine succederà proprio così.
C'è chi questa la chiama fede, a me non importa darle un nome a me basta continuare a percorrere questa strada. D'altronde anche se tutto andasse storto, e quando dico tutto intendo veramente tutto, mi dite che cosa ci si guadagna ad abbattersi, ad avvilirsi? Secondo me nulla. Anzi si sprofonda sempre più in un buio baratro dove la luce diventa sempre più flebile fino a scomparire. L'animo diventa sordo, cieco e muto e la nostra esistenza, alla fine, è solo un inferno. Perdiamo la capacità di sorridere e di sognare e così qualsiasi sia stato il nostro desiderio lo dimentichiamo e sempre più sbandati finiamo anche con il rimanere da soli perché, adesso detto tra noi, chi è quella persona sempre pronta e disponibile a sentire un continuo lamento? Nessuno. Perciò dove finiamo nella solitudine e nell'indifferenza e questo non fa che aumentare lo scoraggiamento. Insomma si forma un circolo vizioso che sembra non abbia più fine. STOP. Bisogna fermarsi e con quel residuo nascosto che è rimasto di forza e fede, dobbiamo volere tirare fuori le così dette "palle" e iniziare a risalire la china.
Sarà lunga la strada e anche molto faticosa e dispendiosa di energie ma quando finalmente ne saremo fuori allora saremo felici. Per me e per i miei famigliari ma anche per voi che mi leggete auguro che si riesca ad intraprendere un cammino simile. Per oggi termino qua, anche perché so che un articolo troppo lungo alla fine diventa pesante e noioso ed invece non voglio. Aspetto con ansia i Vostri commenti e Vi attendo domani per parlarvi di Edgar Cayce. Ma prima di lasciarvi vi dedico questa mia piccola poesie è la preghiera che recito, inventata da me, per continuare a credere che il sorriso nel viso aiuta 10, 100, 1000 e più volte rispetto alla tristezza.
PREGHIERA DI RINGRAZIAMENTO
Grazie signore del tuo profondo amore.
Grazie Signore per avermi donato la capacità di gioire nel poter dire, con le mie parole, quanto sia grande il calore che l'abbraccio dei miei cari mi riscaldano senza eguali.
Grazie Signore che mi fai vedere la sofferenza così che io possa, con veemenza, aiutare chi dal dolore si vuol affrancare.
Grazie Signore per il dono di saper cantare, con le mie poesie, il bello dell'amare così che io possa trasmettere la felicità che sento a chi è nel profondo scoramento.
Grazie Signore di tutto il mio gioire perché questo non mi fa soffrire anzi fa rinvigorire l'animo mio che, sempre più, si avvicina a Dio.
Marta Saponaro Patrizia
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